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Volvo Ocean Race, il poker delle nuvole Volvo Ocean Race, il poker delle nuvole
Oceano Atlantico – Mentre la temperatura dell’aria e dell’acqua aumenta e il vento dei primi giorni lascia spazio a fenomeni locali, tipici dell’avvicinamento alle... Volvo Ocean Race, il poker delle nuvole

Oceano Atlantico – Mentre la temperatura dell’aria e dell’acqua aumenta e il vento dei primi giorni lascia spazio a fenomeni locali, tipici dell’avvicinamento alle calme equatoriali, la flotta della Volvo Ocean Race cerca la strada migliore tra i sitemi nuvolosi, cercando di unire i punti di congiunzione ideali della rotta, senza uscire dal vento.

E’ un lavoro faticoso, instancabile quello che devono fare gli skipper e i navigatori per perdere le decisioni migliori e i velisti per spostare migliaia di chili di materiale a ogni strambata. Almeno la maggioranza, visto che alcuni team hanno deciso di dividere il peso tenendo metà materiale su ogni lato, sacrificando un maggior raddrizzamento in favore dell’abilità di strambare più velocemente quando un nuovo salto di vento lo imponga.

Di conseguenza, e come gli equipaggi non cessano di sottolineare, in queste condizioni è un continuo alternarsi di guadagni e di perdite che si rispecchiano anche sull’umore dei velisti. “Ieri avevamo lasciato AkzoNobel dietro 12 miglia, poi li abbiamo visti andare sotto una nuvola e in duo ore abbiamo perso quasi 20 miglia, pazzesco!” Ha detto lo skipper di Dongfeng, Charles Caudrelier. Il team franco/cinese è in effetti quello che ha infilato il maggior numero di strambate di tutta la flotta, nel tentativo di rimanere nell’aria giusta e mantenere la prima posizione. Al rilevamento delle ore 14 italiane Caudrelier e i suoi sembrano essere riusciti nell’intento, avendo mantenuto un margine di oltre 5 miglia su Vestas 11th Hour Racing, di oltre 10 su team AkzoNobel e MAPFRE.

Proprio dalla barca spagnola, che ha navigato spalla a spalla con team AkzoNoble per gran parte della mattinata, il neozelandese Blair Tuke fornisce la sua interpretazione della situazione e dei continui cambi di leader. “Le ultime 24 ore sono state abbastanza negative per noi, abbiamo perso su Dongfeng e Vestas 11th Hour Racing. Ma poi questa mattina ci siamo riavvicinati e tutto a un tratto sono qui, e ora navighiamo a vista.”

Il veterano Tony Mutter, imbarcato su Vestas 11th Hour Racing per la sua quinta Volvo Ocean Race, descrive il dilemma cui si trova di fronte il suo team, alla ricerca della posizione migliore rispetto alle condizioni meteo e anche tatticamente, per aggirare una zona di vento leggero e instabile, e per mantenersi nel gruppo di testa. “Al momento siamo cercando di evitare questa area di bonaccia che viene dalla costa africana. Ci sono due modi per farlo… possiamo andare a ovest oppure possiamo andare più a sud possibile. adesso stiamo puntando a sud. Abbiamo Dongfeng direttamente davanti a noi, MAPFRE e AkzoNoble che invece stanno andando a ovest. C’è un po’ di separazione, è difficile dire come andrà. Con il vento da questo angolo non possiamo andare anche noi a ovest, quindi dobbiamo cercare di fare dl nostro meglio… E’ proprio dura…”

All’ultimo rilevamento in quinta posizione restano gli olandesi di team Brunel, in sesta Sun Hung Kai/Scallywag e in settima Turn the Tide on Plastic, che tuttavia è la barca con la migliore velocità, fattore che ha permesso al team guidato dalla skipper Dee Caffari di recuperare terreno. Come ha detto la britannica in un blog da bordo, commentando il report delle posizioni che è inviato ogni sei ore a tutte le barche: “E’ meglio di quanto pensassi. Abbiamo guadagnato su quelli davanti e non abbiamo perso nulla da Skallywag. Al momento abbiamo più vento di tutti e stiamo andando nella direzione giusta.”Le condizioni variabili e di vento leggero delle calme equatoriali, in effetti, in passato hanno portato a un ricompattamento della flotta, dando agli inseguitori un’opportunità di riagganciarsi al gruppo.

Photo © Ugo Fonolla/Volvo Ocean Race

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