AC World Series, AC45: macchina da fitness
AC World SeriesAmerica's CupMultiscafiVela 29 Agosto 2011 Zerogradinord 0
Plymouth – Quando il tuo monitor personale ti dice che stai dando più del 100% della frequenza cardiaca massima, c’è qualcosa di sbagliato. A Sean Clarkson di Artemis Racing è successo tre volte durante una regata AC45 di Cascais. Fortunatamente Clarkson respirava ancora alla fine della gara, ma non c’è dubbio che lui e i suoi compagni di squadra si sono spinti al limite, e oltre.
Il medico inglese più noto nel campo della medicina sportiva, Pete Cunningham, dopo quasi vent’anni di lavoro spesi al fianco di atleti di punta della Gran Bretagna olimpica è ora a tempo pieno con Artemis Racing.
Quando la frequenza cardiaca di Sean Clarkson ha raggiunto il 103%, che cosa è esattamente accadendo? “Ciò suggerisce che abbiamo un dato relativo alla sua frequenza sbagliato” afferma Cunningham, che impone ai suoi atleti un estenuante allenamento aerobico chiamato VO2 Max.
“La frequenza cardiaca di Sean è basata sul suo lavoro svolto in laboratorio. Abbiamo fatto un test al vogatore, perché queste barche a vela impegnano tutto il corpo. La frequenza cardiaca massima è oltre il limite di due o tre battute, ma dimostra quanto sia difficile navigare su queste barche. Specie quando si deve girare la maniglia di un winch senza sosta“.
Avendo lavorato con atleti olimpici come i campioni olimpici Ben Ainslie e Iain Percy – membro di Artemis Racing – Cunningham ha un buon indicatore del benessere dei velisti.
Per tutti, tranne il timoniere, i test di Cunningham suggeriscono che i livelli di idoneità richiesti all’equipaggio di uno AC45 sono paragonabili a quelli della vela olimpica.
“E ‘difficile fare un confronto diretto, ma un AC45 è come una serie di sacchi di esplosivo che scoppiano in rapida successione. C’è stata una regata di flotta a Cascais, dove abbiamo avuto tre strambate in rapida successione, e quando le strambate non vanno bene, è davvero dura per i ragazzi“.
Nelle giornate di regata, agli equipaggi basta un semplice riscaldamento prima di entrare in attività. Quando non si regata, i velisti lavorano sulla massa muscolare. Cunningham ha inoltre previsto un interval training, ovvero una seduta nel corso della quale gli sforzi vengono concentrati in tempistiche tipiche di un giorno di regata standard. Che si tratti di corsa, canottaggio e boxe, non importa – ma la chiave è lavorare sodo per periodi talvolta protratti, godere quindi di brevi pause, prima di tornare a prendere il ritmo.
Il consumo calorico è alto – circa 2.500 calorie bruciate durante una giornata di regate – e i marinai lottano per mantenere il peso. In altre parole, più si mangia e si beve, meglio è.
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