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Nel mondo dell'agonismo velico, la partenza rappresenta sempre uno dei momenti cruciali. Nella gran parte dei campi di regata, partire male significa sovente doversi...

San Diego – A differenza del ciclismo, non c’è alcun vantaggio nello stare in scia a chi ti precede.

Nell’America’s Cup World Series, invece, le barche sono solite partire con il vento alle portanti. Questo oltre a essere spettacolare – gli AC45 accelerano da zero a venti nodi in un pugno di secondi – richiede che i velisti imparino una nuova lista di priorità.

Partire alle portanti, anziché di bolina, è davvero molto differente, al punto che a Cascais, sede della prima tappa, in molti sostenevano che partire con il vento in poppa era una vera e propria lotteria. Ma ben presto è apparso chiaro che alcuni team sono riusciti meglio di altri a prendere la mano con il nuovo metodo. Le statistiche parlano chiaro: molto più della semplice fortuna è in gioco.

Al termine dell’evento di San Diego nessuno ha più evocato la parola lotteria, ma è comunque chiaro che tra l’eccellenza e il fallimento il passo è davvero breve. Avere la prua una spanna davanti a quella degli avversari è rischioso tanto quanto una partenza classica. Anche nell’AC World Series, infatti, essere in anticipo sulla linea obbliga ad assolvere una penalità e questo implica essere costretti in un’impegnativa regata in rimonta.

A San Diego, il direttore della regata, Iain Murray, ha spiegato il perché si è deciso di far partire le barche alle portanti: “Nel match race convenzionale accade spesso che a decidere la regata sia la partenza. Con il sistema che abbiamo deciso di adottare durante le nostre regate, invece, la flotta arriva alla prima boa quasi sempre compatta e chi insegue può sfruttare nuove opportunità“.

Casistica più volte rispettata in California, dove è capitato che la barca inseguitrice sia riuscita a superare il leader sull’accelerazione ottenuta manovrando meglio in occasione della prima strambata.

Capita spesso che il battistrada arrivi alla prima boa da uno degli estremi della linea di partenza. La decisione sull’estremità dalla quale partire è presa negli attimi precedenti il via. A spiegare i ragionamenti che precedono tale decisione sono spiegati da Pete Greenhalgh di Energy Team: “Una volta determinato l’orientamento della linea di partenza, inizi il tuo ragionamento a partire da quanta dose di rischio vuoi coinvolgere. Voglio dire: puoi avere l’obiettivo di partire a destra, vicinissimo alla Barca Comitato, ma più sei vicino al mark, più limitato è il tuo margine di errore. Quindi puoi puntare a una partenza lanciata, sperando in bene, e se tutto è ok è facile arrivare al comando alla prima boa, oppure optare per una più tranquilla partenza a centro linea, sperando di girare la prima boa in terza o quarta posizione“.

Una cosa è certa, Greenhalgh non crede nella fortuna: “E’ evidente che alcuni team sono più consistenti di altri. I kiwi e Oracle Racing Spithill hanno dimostrato in più occasioni di saper partire a regola d’arte anche con il vento alle portanti. Non dovete dimenticare che ci alleniamo parecchio tra un evento e l’altro, e questi due team sono sempre tra i primi. Per essere puntuale sulla linea con il tuo AC45, un certo insieme di cose deve funzionare al meglio: la barca deve essere messa a punto nel modo corretto, l’angolo del vento deve essere costantemente monitorato e deve essere quello giusto, il lavoro dei trimmer non deve essere in ritardo, altrimenti sei debole in accelerazione, e non devi assolutamente commettere errori nel time on distance“.

Non deve passare inosservato il fatto che, tanto i kiwi quanto Oracle Racing Spithill, contano sui trimmer della wing più esperti della flotta: Glenn Ashby per Emirates Team New Zealand e Dirk de Ridder per gli statunitensi. La loro capacità di reazione nelle fasi di pre-partenza è sovente decisiva per conquistare la posizione migliore sulla linea. Non è davvero una lotteria.

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