Statistiche siti
A una settimana dalla chiusura delle iscrizioni alla prossima Coppa America, Ernesto Bertarelli ha fatto il punto della situazione rilasciando un'interessante intervista all'International Herald...

[singlepic=1206,170,250,,left]America’s Cup – Ginevra – Per comodità di quanti durante le festività non hanno avuto modo di visitare Zerogradinord.it, riproponiamo la traduzione dell’intervista rilasciata da Ernesto Bertarelli all’International Herald Tribune lo scorso 23 dicembre (la prima pubblicazione sulle nostre colonne risale al 24 dicembre).

A una settimana dalla chiusura delle iscrizioni alla prossima Coppa America, Ernesto Bertarelli ha fatto il punto della situazione rilasciando un’interessante intervista all’International Herald Tribune. Diretto e preciso, il presidente di Alinghi non ha perso l’occasione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe.
La traduzione che segue è stata curata dalla nostra redazione, ci scusiamo sin d’ora per eventuali errori o imprecisioni.

IHT: E’ rimasto sorpreso dal fatto che Larry Ellison e BMW Oracle Racing abbiano deciso di non ritirare la causa e di ignorare la deadline del 15 dicembre?
EB: Sono contrariato. Secondo Larry Ellison, l’evento manca di equità ed è una farsa e le regole non sono accettabili. Ciò nonostante, le regole sono accettate da diciannove team, molti dei quali con un pedegree in America’s Cup superiore a quello del suo. E’ il maggior numero di iscritti che abbiamo mai avuto, quindi qualcosa di buono deve essere stato fatto nel promuovere l’evento attraverso la nostra visione dell’America’s Cup. Di sicuro c’è un sacco di interesse. Mi sembra sia chiaro.

IHT: A questo punto, crede nelle sue motivazioni?
EB: Penso che voglia vincere la Coppa senza doversi confrontare con gli altri challenger sull’acqua.

IHT: Ha chiesto solo 50.000€ di deposito per l’iscrizione alla Coppa del 2010. Ovviamente non ci sono garanzie che tutti i team iscritti saranno realmente sulla linea di partenza.
EB: Le modalità di iscrizione non differiscono più di tanto da quelle della precedente edizione. Per quanto riguarda il numero di consorzi, ce ne sono talmentente tanti che se anche qualcuno non dovesse farcela, la Coppa sarà sicuramente stupenda. L’ultima volta avevamo undici iscritti. Tutti i team sono stati valutati in modo molto serio.
L’altra cosa che abbiamo cercato di fare, e forse è una cosa che non piace al portafoglio di Larry, è cercare di ridurre i costi della competizione in modo significativo e ovviamente questo livella la competizione, perchè non si deve disporre di almeno settanta milioni per partecipare. I conti dicono che con venti-trenta milioni puoi vincere la Coppa America. L’ultima volta, quando mi chiese la stessa cosa, le risposi che con un budget sotto i sessanta milioni non c’erano possibilità.
Quindi, ovviamente, se disponi di risorse infinite, vuoi che la competizione sia la più costosa possibile. Questo probabilmente a Larry non piace delle regole attuali. Per qualificarsi alla finale della Coppa, dovrà sfidare diciotto challenger. E’ davvero encomiabile per lo sport avere così tanti team, di così tante nazioni.

IHT: Ellison continua a sostenere che lei è interessato a indirizzare le regole a suo vantaggio, in modo da poter difendere la Coppa il più a lungo possibile.
EB: Non può essere vero. Ho dimostrato di aver fatto quanto possibile per rendere accessibile la competizione. L’ultima volta ho dato un significativo appoggio finanziario a Team New Zealand, che era il team più forte nel 2003 e ha dimostrato di essere ancora una volta lo sfidante più forte nel 2007. Dopo la vittoria di Alinghi nel 2003, li abbiamo aiutati a riprendersi prestandogli diversi milioni di Euro, questa è la prova. Non devo aggiungere altro.
Abbiamo sempre agevolato e sostenuto molti team a trovare gli sponsor, le attrezzature. Abbiamo venduto una barca a Team Origin e un’altra al team tedesco, in modo da farli iniziare. Abbiamo fornito alberi e attrezzatura a tanti altri team che erano all’inizio o avevano problemi a reperire i materiali.
E ancora, pur avendo dimostrato che SUI-100, la barca con cui abbiamo vinto la Coppa nel 2007, aveva un significativo vantaggio sulle altre barche, abbiamo deciso di cambiare classe, livellando il gioco con l’introduzione di un nuovo tipo di imbarcazioni.
Una dimostrazione di buona volontà dopo l’altra. Mi dica cos’ha fatto Larry per la Coppa sino ad ora? Parla di molte concessioni, ed è retorica perchè, attualmente, non ho prove concrete che lui sti fcendo qualcosa per aiutare lo sport o per risolvere il conflitto.

[singlepic=1204,170,250,,left]IHT: Ellison dice che sta lottando per il futuro della Coppa, quindi non basta semplicemente scegliere un vecchio yacht club come Challenger of Record.
EB: Primo, dovrebbe leggere la storia della Coppa America per vedere che ha partecipato ogni genere di yacht club. Un esempio famoso è Kiwi Challenge di Michael Fay, uno yacht club con la clubhouse che un orgoglioso Michael dichiarava essere una vecchia Cadillac su una spiaggia deserta della Nuova Zelanda. Che ho effettivamente avuto modo di vedere quando mi ha invitato nella sua isola privata nel 2001. L’altra cosa, molto interessante, è che il Club Nautico Espanol de Vela è il risultato della richiesta di Larry di far rappresentare lo sfidante spagnolo da uno yacht club, anzichè dalla federazione iberica. Il team spagnolo, tra l’altro, è anche andato meglio del consorzio di Larry durante l’ultima Coppa.

IHT: Ha parlato di concessioni, ma Larry e il suo skipper Russell Coutts hanno rivisto la loro posizione relativa alla vostra partecipazione alle Challenger Series. Inizialmente, BMW Oracle Racing era assolutamente contrario, ma ora hanno accettato in linea di principio, sulla base di alcune concessioni da parte vostra.
EB: Il problema è che se riduci il budget e imponi una campagna con una sola barca per ogni sfidante e fai lo stesso con il defender, è alquanto ingiusto escluderlo dalla serie di qualificazione. E’ come chiedere a Roger Federee di difendere il suo titolo a New York senza giocare una partita prima della finale. Sarebbe schiacciato. Ci deve essere garantito il diritto di regatare seriamente prima del match. Altrimenti non abbiamo chance di migliorare le performance della barca e del team.
Quindi è molto semplice per Larry dire: “Vogliamo tornare alla 32ma America’s Cup”. Ciò che non dice della sua 32ma America’s Cup è che ha speso duecento milioni. Non è sostenibili. La realtà è che abbiamo due visioni diferenti. La visione di Alinghi per la Coppa è che sia accessibile e interessante dal punto di vista della competizione, per avere più partecipanti che puoi e mai avevamo visto una lista di diaciannove iscritti. Questo dimostra che la nostra visione è quella giusta.
Larry vuole un match uno contro uno con un multiscafo di novanta piedi. Ha fatto costruire questo impressionante multiscafo, è andato in tribunale e ha speso dieci milioni di dollari in avvocati. Questa è la sua visione della Coppa America e vuole fare a modo suo, o niente.

IHT: Egli sostiene che vuole una Coppa convenzionale se accettate di tornare alle regole del 2007. Ellison dice che le ha fatto causa perchè le regole e il Protocollo della prossima America’s Cup sono talmente a vostro favore che credeva fossero uno scherzo quando le ha viste per la prima volta.
EB: Nelle prime fasi seguenti la nostra vittoria, le cose sembravano molto a favore di Alinghi. Il protocollo era scritto e spiegato male. Non abbiamo comunicato con esattezza le nostre buone intenzioni: la campagna con una sola barca, la riduzione dei costi e altro ancora. Abbiamo sbagliato, ma ciò che mi ha sorpreso è che nessuno ci ha dato credito del successo ottenuto con la Coppa America di Valencia. Questo mi ha stupito, ma è stato un errore di valutazione. Da allora, però, tanti fatti hanno dimostrato la nostra buona volontà.

IHT: Ellison ha già varato il suo trimarano di novanta piedi, in vista di un Deed of Gift Match e lo ha testato in modo intensivo con il suo equipaggio. Voi state ancora costruendo il vostro. A che punto è?
EB: Abbiamo fatto abbastanza per essere pronti nei tempi che avremmo se Larry dovesse prevalere in tribunale, ma non abbiamo una barca pronta. Abbiamo cercato di spendere il meno possibile, quindi non abbiamo una barca pronta a veleggiare domani mattina. Dovremmo spendere altri soldi per ultimarla. La mia speranza è di non dover varare il multiscafo.
Io proprio non capisco dove voglia andare con la sua strategia. Non può sostenere che le regole accettate da diciannove team non sono abbastanza buone per lui e sfidare il defender in un Deed of Gift Match nel quale le regole sono fissate dal defender! Se conosci al storia della Coppa America, sai che durante i centocinquant’anni di reggenza del New York Yacht Club è sempre stato molto difficile per uno sfidante vincere la Coppa sotto le regole del Deed of Gift Match. Quindi non vedo altro piano se non quello di tenere la Coppa in standby il più a lungo possibile o creare quanti più problemi possibile.

[singlepic=1203,170,250,,left]IHT: Cosa può dirci della classe pensata per la prossima Coppa?
EB: Abbiamo diviso la resposabilità di definire l a nuova classe con gli altri challenger. E’ stata una discussione molto costruttiva con i designer di ogni team. La barca è una barca nata dal consenso, dalle migliori proposte dei progettisti coinvolti.
Inoltre abbiamo portato il numero dei componenti dell’Arbitration Panel da tre a cinque. Quando era defender Team New Zealand erano solo due. Abbiamo introdotto un nuovo componente, rappresentativo della Spagna, sin da quando la Coppa è arrivata a Valencia, e ora apriamo la porta ad altri due membri con il consenso di tutti i challenger. Abbiamo anche convenuto di usare giudici dell’ISAF. Stiamo per nominare un direttore tecnico, un chief umpire e un direttore dell’evento in accordo con il Challenge of Record.
E’ un Protocollo che, come dice Keith Mills di Team Origin, non è poi tanto differente da ogni altro Protocollo del passato e per questo non c’è alcuna ragione che Larry non si inscriva. Credo che il suo intento sia vincere la Coppa con mezzi diversi rispetto a una regata con più challenge. E ho paura che tenterà altre strade legali se non dovesse riuscire nel suo intento.

IHT: Coutts e BMW Oracle Racing affermano che non gli è stata spedita copia del Protocollo da esaminare prima della chiusura delle iscrizioni. So che è stato reso pubblico solo più tardi, ma perchè non gli avete spedito qualche pagina a dimostrazione di quanto fatto?
EB: Coutts e BMW Oracle Racing conoscono il Protocollo molto bene. Hanno discusso più volte con molti team. Ciò che dicono è solo retorica. Pensa che nessuno dei diciannove team gli abbia dato il documento. Pensa che Mascalzone Latino, team che è il miglior amico di Russell, che per lui ha depositato un Amicus Brief, non gli abbia passato informazioni? E’ pazzesco. Russell ha avuto il Protocollo. Senza dubbio lo ha avuto in mano. Non sarebbe stato in grado di stilare il piano in dieci punti, relativi espressamente ad alcuni articoli del Protocollo, altrimenti.
Keith Mills ha speso molto tempo con Larry. Brad Butterworth, il nostro skipper, ha parlato più volte con Russell. Non possono sostenere che nonn sanno. Non posso sostenere che non erano in una posizione di forza quando hanno vinto il primo grado di giudizio e volevano regatare ben sapendo che non avremmo mai costruito la barca in tempo. Non possono sostenere che i team iscritti non sono forti, visto che vantano più successi di BMW Oracle Racing. Non restano altre argomentazioni. Semplicemente non vogliono scontrarsi con team forti sull’acqua.

IHT: Secondo Ellison, parte del problema dipende dal fatto che lei nutre astio personale nei confronti di Russell Coutts, che l’aiutò a vincere la Coppa nel 2003 e poi la lasciò per un diverbio prima della Coppa del 2007.
EB: La storia di Russell è quella di chi si schiera contro il suo precedente datore di lavoro. Ha lasciato Team New Zealand e Alinghi e ha provato di distruggere entrambi i team. Basta guardare la sua carriera.

IHT: Sempre secondo Ellison, il fatto è che lei non crede di poter battere BMW Oracle Racing guidato da Coutts, e sostiene che lei avrebbe detto ciò durante una chiaccherata al vostro yacht club.
EB: Non è vero. Abbiamo battuto BMW Oracle Racing quest’anno. A Cowes, Russell ha spedito due team per battere Alinghi alla iShare Regata, dove noi, pur avendo una sola barca, abbiamo vinto in modo convincente. Non ha senso quanto sostiene. Non ricordo di aver fatto una dichiarazione del genere. Sarebbe interessante a sentire le registrazioni. Se un team di Coppa America è composto da un solo uomo, significa che tutti i velisti di Alinghi non valgono nulla e Bard Butterworth, Murray Jones, Simon Daubney, Warrick Fleury e tutti gli altri non sono nessuno. Non funziona così. Larry si era già messo nei problemi con Chris Dickson. Dovrebbe aver imparato a non riporre tutta la fiducia in un solo uomo. Non aveva orecchie che per Chris, ha incasinato due campagne e si è gettato tra le braccia di Russell.


AMERICA’S CUP, ERNESTO BERTARELLI TALKS TO INTERNATIONAL HERALD TRIBUNE
[singlepic=1201,170,250,,left]America’s Cup – Geneva – Ernesto Bertarelli, talks to International Herald Tribune Christopher Clarey about America’s Cup situation. Alinghi‘s president focus his attention on Larry Ellison’s arguments.

“IHT: Are you surprised that Larry Ellison and BMW Oracle have declined to drop the lawsuit and refused to meet your Dec. 15 deadline for entering the next Cup?
EB: I’m disappointed. Larry Ellison’s argument is to say that the event is a phony and not fair and that the rules are not acceptable. Nevertheless, the rules are acceptable to 19 teams, some of which have had a pedigree in the America’s Cup much superior to his team. This is the most teams we’ve ever had, so we must have done something right in promoting the event and going about our vision for the America’s Cup and making sure there’s a lot of interest. He’s a little bit singled out at this stage.

IHT: At this stage, what do you believe are his motivations?
EB: I think he wants to win the Cup without having to race the other challengers on the water.

IHT: You are only asking for a €50,000 deposit for the 2010 Cup. Obviously, there’s no guarantee that some of these teams that have entered are going to make it to the starting line.
EB: The entry conditions are not substantially different to the previous edition. As for the number of teams, even if a few fall out, it’s plenty to have an amazing America’s Cup. Last time we had 11 challengers. All these teams this time are carefully considered and pretty serious. The other things we tried to do – and possibly it’s something not to the taste of Larry’s portfolio – is we tried to reduce the cost of competing significantly and obviously that opens up the competition quite a bit because all of the sudden you don’t need a budget north of $70 million to participate. I reckon this time with $20 million to $30 million you can win the America’s Cup. Last time when you were asking me the same question, I was saying anything south of $60 million or $70 million would not give you a chance.
So obviously if you have all the resources of this world, you want to make the competition as expensive as possible. That’s maybe what Larry does not like in the current rules. To qualify for the final of the Cup, he will have to race 18 challengers. This is excellent for the sport to have so many teams from so many countries.

IHT: Ellison continues to maintain that you are interested in rigging the rules to your advantage, so you can hang onto the Cup for as long as possible.
EB: That can’t be true. I have proven that I have made everything possible to facilitate competition. Last time I even provided a significant bridge financing to Team New Zealand, which was the strongest team in 2003 and demonstrated again to be the strongest challenger in 2007. After Alinghi‘s victory in 2003, we basically got them off the ground by lending them several million euros, so I think that’s the proof. I don’t need to say anymore. We have always facilitated and helped many teams find sponsors, get equipment. We sold one boat to Team Origin from England and another to the German team so that they got started. We provided masts and other equipment to many other teams that were starting or had trouble getting the equipment.
We again proved in Valencia this year that SUI 100, the boat we won the Cup with in 2007, had a significant advantage over other boats, and yet we’re dropping this type of boat and providing a level playing field for the next regatta with the introduction of a new class of boats. It’s one more demonstration of good will after another. You tell me what Larry has done for the Cup so far? He speaks of many concessions, and it’s all rhetoric because I can’t actually come up with one piece of concrete evidence that he’s done anything to help the sport or help resolve the conflict.

IHT: He says he is fighting for the future of the Cup, so you can’t just pick any old yacht club as challenger of record.
EB: First, he should read the history of the America’s Cup to see that all sorts of yacht clubs have participated. One famous example is Michael Fay’s Kiwi Challenge, which was out of a yacht club whose clubhouse Michael was very proud to say was an old Cadillac on a deserted beach in New Zealand. Which I actually got to see when he invited me to his private island way back in 2001. The other thing, which is very interesting, is that the creation of the Spanish yacht club, CNEV, is a result of Larry’s request to transform the yacht club that was representing the Spanish team from the Spanish federation to the yacht club we created as he requested. The Spanish team, by the way, had better results in the last Cup than Larry’s team.

[singlepic=1202,250,170,,left]IHT: You speak of concessions, but Larry and his skipper Russell Coutts have revised their stand on you taking part in the challenger series. Initially, BMW Oracle was completely against that, but they have now agreed in principle based on certain concessions on your part.
EB: The problem is if you reduce the budget and impose a one-boat campaign on everyone and impose a one-boat campaign on the defender as well, it would be really unfair to exclude us from the selection series. It’s like asking Roger Federer to defend his title in New York without playing a game in the tournament before the final. He would get crushed. We have to be allowed competitive sailing before the match. Otherwise we don’t have a chance to develop our boat and our team.
So it’s very easy for Larry to say, “We want to go back to the 32nd America’s Cup.” What he doesn’t say about his 32nd America’s Cup is that he spent $200 million on it. It’s just not sustainable. I think the reality is we have two different visions. Alinghi‘s vision for the Cup is for it to be affordable and interesting from a competitive standpoint, because you have as many competitors as you possibly can and so far the list of currently entered teams is 19, which is the highest ever. This is the demonstration that our vision is the right one. Larry wants a one-on-one match with a 90 foot multihull. So he builds this massive multihull, goes to court and spends tens of millions of dollars in lawyers, and that’s his vision of the America’s Cup and he wants it his way or no way.

IHT: He does keep saying he wants a conventional Cup if you agree to return to the 2007 Cup rules. And he says he only sued because the original set of rules, or protocol, that you published for the next Cup were so lopsided in your favor that he thought they were a satire when he first read them.
EB: In the early stages after our victory, Alinghi certainly looked more powerful than we realized. The protocol was badly written and badly explained. We didn’t share all the good things we wanted to achieve: the one-boat program, cheaper regatta and so forth. We screwed up there, but what surprised me is that nobody gave us any credit for the success we had made of the America’s Cup in Valencia. That surprised me, but that was a mistake of judgment. Sometimes, the more successful you are the harder you have to try. But since then so many facts have come down to demonstrate our good will.

IHT: He has already launched his 90-foot (or 27.4-meter) trimaran in anticipation of a deed-of-gift match next year and has been testing it extensively and training his crew on it. You are still building your big multihull. What’s the status of it?
EB: We have done enough to be ready within the time that we would have in case Larry was to win in court, but we don’t have a boat that is finished. We just try to spend as little as possible. And so we don’t have a boat that could sail tomorrow morning. We would need to spend quite a bit more to get ready. My hope is not to have to launch the multihull.
I just don’t understand where he’s going with his strategy. He can’t be arguing that the rules that 19 teams have agreed on are not good enough for him. And wanting to race the defender in a deed of gift match where the rules are dictated by the defender! If you know the history of the America’s Cup, the 150 years of the New York Yacht Club’s stewardship of the Cup shows that it’s very hard for a challenger to win under the deed of gift match rules. So I really don’t see his plan if it’s not one of stopping the Cup as long as possible or creating as much trouble as possible.

IHT: Talk about the new design of the new class you want to use in the next Cup?
EB: We’ve shared the responsibility for designing the new class with all the entered challengers. It’s been a very constructive discussion with the designers of each team. The boat is a consensus boat, the best thoughts of all the designers involved.
We also have expanded the arbitration panel from three to five. The initial arbitration panel had two members from the time Team New Zealand was the defender. We introduced a new member who is a Spanish representative since the Cup will be in Spain, and now we’re opening it to two more members with the consensus of all the challengers.
We have also committed to using International Sailing Federation referees. We are also going to appoint a technical director and chief umpire and regatta director in consultation with the challenger of record. It’s a protocol, which, as Keith Mills, head of Team Origin, has said is not that different from any past protocols, and therefore there is really no reason now for Larry to not have entered. I believe his intent is to win the Cup through other means than an open regatta with many challengers. I’m afraid he’s going to try further legal disruption if he doesn’t get his way.

[singlepic=1205,250,170,,left]IHT: Coutts and BMW Oracle officials said they were not sent a copy of the protocol to examine before the entry deadline. I know you didn’t release it formally until later, but why did you not just send them something on paper to cover your bases?
EB: Coutts and BMW Oracle know the protocol very well! They have entertained a number of discussions with many teams. It’s just rhetoric what they’re saying. You think one of the 19 teams didn’t give them the document? You think Mascalzone Latino, the team who is the best friend of Russell, who made an amicus brief for him, didn’t give him the information? That’s crazy. Russell had the protocol. Of course he had access to it. He wouldn’t have been able to make his 10 demands, which address specifically articles of the protocol, otherwise.
Keith Mills spent time with Larry and talked to him. Brad Butterworth, our skipper, talked many times with Russell. They can’t argue they don’t know. They can’t argue that they were not in a position of strength when they won in court the first time around and wanted to race us while they knew we could not build our boat in time. They can’t argue the teams represented now are not strong, teams that have had a lot more success than BMW Oracle has ever had in the Cup. There’s no argument left. They just don’t want to race strong teams on the water.

IHT: Ellison also says that part of the problem here is that you have personal animosity toward Russell Coutts, who helped you win the Cup in 2003 and then left because of a dispute before the 2007 Cup.
EB: Russell’s history is one of repeatedly turning himself again his previous employer. He left Team New Zealand and then he left Alinghi and tried to destroy each of his previous teams. You just have to look at his record.

IHT: Ellison said that he’s convinced the crux of the problem is that you don’t believe you can beat a BMW Oracle team run by Coutts, and he says you said as much during a talk at your own yacht club.
EB: That’s not true. We beat BMW Oracle this year. In Cowes, Russell sent two teams to try to beat Alinghi in the iShares regatta, and we had only one boat there and won convincingly. It doesn’t make any sense, what he’s saying. I don’t remember making that statement. I would be very interested to see the record. If an America’s Cup team is just one guy, it means that all the Alinghi sailors are worth nothing, and Brad Butterworth, Murray Jones, Simon Daubney, Warrick Fleury and all the others are worth nothing. It just doesn’t work like that. Larry got himself into trouble already once with Chris Dickson. You would think he would have learned not to put his entire trust into one guy. He had only ears for Chris, messes up two America’s Cups and throws himself into the arms of Russell.”

No comments so far.

Be first to leave comment below.

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *