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A pochi giorni dalla sentenza d'appello, torna a commentare le vicende di Coppa America, Vincenzo Onorato. L'armatore partenopeo ha ribadito il suo appoggio a...

America’s Cup – Napoli – Torna a parlare di Coppa America, Vincenzo Onorato. Lo fa all’indomani della sentenza favorevole ad Alinghi, ribadendo il suo appoggio all’iniziativa di BMW Oracle Racing, tesa, secondo l’armatore partenopeo, a combattere l’idea di un’evento già deciso sul nascere.
Già dal titolo del comunicato – America’s Cup o Alinghi’s Cup – si deducono i contenuti del ragionamento, già manifestato in altre occasioni, ma stavolta ribaditi con rinnovata fermezza e determinazione.
Riportiamo di seguito il testo del comunicato emesso dall’ufficio stampa di Mascalzone Latino:

Adesso è il momento di scegliere: America’s Cup o Alinghi‘s Cup
Ora, che è rimasta una sola ed ultima possibilità di appello contro la decisione della settimana scorsa dall’Appellate Division della Corte di New York, che ha riassegnato a CNEV il ruolo di Challenger of Record, l’intero futuro della Coppa America è a rischio. Infatti, se questa decisione resterà in vigore, l’evento principe del nostro sport smetterà di essere una autentica competizione velica. Quello che avremo, invece, sarà una manifestazione che “finge” di essere la Coppa.
Come prevedibile, abbiamo sentito grida cariche di panico richiedenti a tutti i costi un evento con più sfidanti, quasi come se le regole di svolgimento non fossero importanti. Ma quale tipo di evento si avrebbe con un Challenger of Record che abbia già assicurato al defender la possibilità di non perdere?
Nel caso l’aveste dimenticato, ricordiamo nuovamente qual’è il protocollo che Alinghi ora sfacciatamente promuove come la sua “visione”.
Alinghi afferma il diritto di scegliere, a sua esclusiva discrezione, i giudici ed il comitato di regata, gli arbitri, gli stazzatori, arrivando al punto di affermare che devono essere suoi dipendenti. Alinghi, nuovamente a sua esclusiva discrezione, afferma il diritto di accettare una sfida o di penalizzare un rivale e di cambiare le regole in un qualunque momento. Si capisce facilmente perché a questo protocollo si fossero immediatamente opposti sette team.
Di fronte ad un mazzo di carte truccato, i team di punta resteranno alla larga. Si può controbattere che sarebbe meglio partecipare e sperare in un cambiamento. Ma così pensa un agnello prima di andare ad un appuntamento con il lupo. Potremmo direttamente cambiare il nome dell’evento in Alinghi’s Cup.
I tre giudici dell’Appelate Division che hanno dato ragione ad Alinghi nella sua scelta del CNEV possono aver ingoiato l’esca che qualunque tipo di evento con più sfidanti sia meglio dell’incontro previsto dal Deed of Gift. Ma se è così perché sprecarsi ad avere delle regole? Il Defender ora può colludere con chiunque per aggiustare il gioco. Incredibilmente, si arriva ad affermare che il Challenger of Record non debba nemmeno possedere obbligatoriamente una barca!
Certo, avremo ancora un evento chiamato America’s Cup. Ma i veri velisti sapranno che si tratta di un falso. E non ci vorrà molto prima che anche gli sponsor ed il pubblico lo capiscano. Abbiamo già visto Louis Vuitton, che è stato un elemento chiave per l’identità della Coppa nella sua interezza, andarsene. Ciò che appare come una regata sarà di fatto una processione. La visione proposta trasforma l’America’s Cup in un cinico stratagemma di marketing che cede alla sua filiale commerciale, l’ACM, il controllo totale.
Oracle ha coraggiosamente tentato di fermare l’avanzata di Alinghi. C’è ancora un solo round da affrontare in tribunale. Dobbiamo sperare che Oracle vinca. Perché se non lo farà, la moderna Coppa sarà semplicemente giunta ad una fine vergognosa.

Vincenzo Onorato
Mascalzone Latino

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