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Depositate le motivazioni della sentenza favorevole all'equipaggio danese, trionfatore nel 49er. Secondo il Comitato di Regata, Warrer-Ibsen non avrebbero tratto nessun vantaggio regatando con...

[singlepic=246,170,250,,left]Pechino 2008 – Qingdao – Seppur nella tarda serata cinese, la Giuria Internazionale ha reso note le motivazioni che hanno portato alla convalida della Medal Race della classe 49er, regata conclusasi con il successo del binomio Martinez-Fernandez e con l’assegnazione dell’oro ai danesi Warrer-Ibsen.

Dagli atti si scopre che due erano le proteste presentate contro i danesi – la prima avanzata dal Comitato di regata, la seconda dal team iberico – rei, secondo l’accusa, di aver infranto quanto disposto dalle Istruzioni di Regata in merito al periodo di quarantena cui devono essere sottoposti gli scafi prima dell’inizio della Medal Race.

Recita il dispositivo: “Mentre si preparava a prendere parte alla Medal Race, la barca danese ha scuffiato, riportando la rottura dell’albero. Un danno importante, che ha avuto ripercussioni sulla randa, sul gennaker e su altre parti dell’attrezzatura. Rientrati in porto, i danesi si sono resi conto che sarebbe stato impossibile riparare l’unità in tempi ragionevoli e hanno deciso di prendere in prestito il 49er croato. Intanto, alla prima occasione utile, e cioè quindici minuti prima del via, l’allenatore del binomio Warrer-Ibsen ha comunicato al Comitato di Regata la sostituzione. Lo scafo danese ha quindi preso il via con quattro minuti e cinquantasette secondi di ritardo rispetto al segnale di partenza, ma, nonostante questo, è riuscito a portare a termine il percorso”.
Da quanto si legge nel documento, la Giuria è conscia del fatto che la regata è stata disputata: “…al fronte di condizioni meteo prossime al limite massimo fissato dal regolamento di classe”. Inoltre “…diverse sono le barche ad aver scuffiato più volte e due di esse si sono dovute ritirare a causa dei danni riportati”.
Considerazioni sul meteo a parte: “Non appena giunti a terra, i danesi hanno scritto all’Olympic Measurement Committee, chiedendo di voler convalidare la sostituzione della barca, messa a disposizione degli stazzatori per le verifiche del caso. L’unità è stata quindi controllata a fondo ed ispezionata seguendo le stesse procedure riservate agli scafi durante il periodo di quarantena. Non rilevando alcuna difformità e ritenendo la richiesta conforme alle Istruzioni di Regata, l’OMC ha approvato la sostituzione”.
In merito alle difformità sottolineate dalle proteste presentate contro i danesi, la Giuria ha risposto: “E’ stato notato che lo scafo utilizzato dai danesi non esponeva sulla randa la bandiera e il numero velico corretto, non portava le telecamere e non era stata soggetta a quarantena. Ciò nonostante, questa Giuria ritiene che l’equipaggio danese, qualificatosi con merito per la Medal Race, abbia completato regolarmente il percorso nonostante la partenza tardiva. Per quanto riguarda le proteste presentate contro di loro, queste non devono essere ammesse, in quanto il già citato OMC aveva provveduto a compiere le verifiche del caso, trovando il tutto conforme alle dettagliate Istruzioni di Regata. Relativamente alla mancanza del numero velico, degli stemmi di nazionalità e delle telecamere, il regolamento lascia facoltà alla Giuria di infliggere eventuali penalizzazioni. In questo caso, la Giuria Internazionale ritiene che l’equipaggio danese non abbia tratto alcun vantaggio dal mancato rispetto di tali disposizioni. E’ per tutte queste motivazioni che la protesta degli spagnoli è da considerarsi non ammissibile e quella del Comitato di Regata deve essere respinta”
In coda alla sentenza, la Giuria, presieduta da John Doerr e composta da David Tillett, Marianne Middlethon, Takao Otani e Josje Hofland, si congratula per il comportamento dell’equipaggio croato che, prestando la sua barca a quello danese, ha dato esempio di grande sportività, consentendo a un avversario di conquistare la medaglia d’oro olimpica.

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