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Nuovi problemi tecnici stanno mettendo a rischio lo svolgimento della tappa dell'America's Cup World Series in programma a Napoli il prossimo aprile. L'amministrazione locale...

Napoli – Nuovi problemi tecnici stanno mettendo a rischio lo svolgimento della tappa dell’America’s Cup World Series in programma a Napoli il prossimo aprile. Dopo la bocciatura di Bagnoli, decisa dalla Procura della Repubblica sulla base delle analisi che hanno evidenziato la massiccia presenza di idrocarburi nelle aree destinate ad ospitare il villaggio America’s Cup e le basi dei vari team, l’amministrazione locale sta cercando di risolvere un inconveniente di natura burocratica che, allo stato attuale, rende impossibile l’esecuzione dei lavori di approntamento di Lungomare Caracciolo, scelto come sede alternativa della manifestazione.

A bloccare l’esecuzione dei lavori, e più esattamente il posizionamento di nove boe e quattro pontili galleggianti che, in corrispondenza della Rotonda Diaz dovrebbero allungare temporaneamente il frangiflutti di circa 180 metri, è un vincolo disposto nel 2005 a tutela del famosissimo lungomare partenopeo.

Il vincolo in sè non consente si faccia nulla sul lungomare, ma trattandosi di un grande evento, e non del solito precariato stabile di Napoli, abbiamo chiesto un parere al Ministero per un’eventuale deroga” ha spiegato a Il Mattino Gregorio Angelini, direttore regionale per i Beni Culturali: incarico che fa di Angelini la persona più indicata a dirimere l’intricata questione.

Una posizione che, secondo quando riportato dal Corriere del Mezzogiorno, è analoga a quella del sopraintendente ai Beni Architettonici, Paesaggistici e Storici di Napoli, Stefano Gizzi, determinato ad attendere il via libera del Ministero prima di autorizzare l’installazione di strutture seppur temporanee, e che coinvolge diciotto enti che, sottolinea il Comune, hanno già ricevuto il progetto elaborato dal Proveditorato alle Opere Pubbliche.

Con i lavori bloccati, cresce tra gli organizzatori il malumore e la paura che, alla fine, possa saltare l’accordo siglato con l’America’s Cup Event Authority, di cui è a giorni atteso l’arrivo di una delegazione inviata per prendere atto dello stato avanzamento lavori.

Paolo Graziano, presidente degli industriali partenopei, da sempre grande sostenitore dell’accordo con ACEA, ha dichiarato in un’intervista al Corriere del Mezzogiorno: “Ci auguriamo che le amministrazioni coinvolte riescano a fare sinergia e a individuare le opportune procedure per rendere il progetto di via Caracciolo fattibile. E’ dal G7 del 1994 che Napoli non ospita un grande evento internazionale di questa portata. In una città con il reddito pro-capite tra i più bassi d’Italia, e dopo il disastro mondiale dei rifiuti in strada, c’è la volontà di rialzare la testa e mostrare al mondo i gioielli che abbiamo e ciò che sappiamo fare“.

Graziano ha poi aggiunto: “Nei nove giorni delle regate si prevedono 150 mila arrivi di appassionati da tutto il mondo: nel mondo che ruota attorno al turismo c’è grande fermento. Le regate, poi, andranno in mondovisione televisiva e in diretta internet: si tratta di un’opportunità unica di marketing“.

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