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Maxi Yacht Rolex Cup, una questione di design Maxi Yacht Rolex Cup, una questione di design
I più imponenti yacht al mondo – noti come Maxi – appartengono a uomini abituati al successo. Ammirati per la loro velocità, eleganza e... Maxi Yacht Rolex Cup, una questione di design

Firefly - Maxi Yacht Rolex Cup 2012Porto Cervo – I più imponenti yacht al mondo – noti come Maxi – appartengono a uomini abituati al successo. Ammirati per la loro velocità, eleganza e potenza, sono condotti da velisti professionisti di eccezionale talento e progettati da brillanti architetti.

La Maxi Yacht Rolex Cup, che si tiene ogni anno a Porto Cervo, in Sardegna, accoglie solo yacht di lunghezza superiore a 18,29 metri (60 piedi). È la più bella vetrina e il migliore banco di prova per i Maxi (armatori, velisti e progettisti compresi). Dato l’altissimo livello della competizione, la difficoltà e la complessità dei percorsi, l’evento è un test severo per le qualità dei Maxi yacht.

L’edizione 2014 della competizione si svolgerà dal 31 agosto al 6 settembre. Come Baselworld per il settore orologiero, la Maxi Yacht Rolex Cup è un appuntamento immancabile per gli amanti e i protagonisti dei più avanzati sviluppi del settore.

Dall’alluminio al carbonio
Istituita nel 1980, la Maxi Yacht Rolex Cup nacque dal desiderio di offrire a questi grandi e potenti yacht l’opportunità di sfidarsi in competizioni di alto livello. L’evento organizzato dallo Yacht Club Costa Smeralda (YCCS) è il gioiello della corona del portfolio Rolex nell’ambito dello yachting internazionale sin dal 1985. La partnership quasi trentennale tra l’evento, lo yacht club e il Title Sponsor è una delle più lunghe e significative del mondo velico. Questa continuità riflette valori condivisi e una ricerca comune dell’eccellenza e di una continua innovazione.

Negli anni ‘80 gli scafi erano costruiti in vetroresina, alluminio e a volte anche in legno. Alberi e rig erano di metallo, drizze e scotte in tessile e trefoli d’acciaio. Questi primi Maxi erano pesanti e non particolarmente veloci; i carichi erano notevoli, le manovre complicate e i margini di sicurezza ridotti – erano molto diversi dagli attuali yacht in carbonio progettati con tecnologie derivate dall’industria aerospaziale: veloci, slanciati e agili quasi come una deriva.

Inizialmente i Maxi erano barche a dislocamento pesante, con chiglia fissa e pescaggio piuttosto ridotto”, spiega Jim Pugh, dello studio Reichel/Pugh di San Diego, il visionario cui si devono molti dei grandi Maxi yacht del mondo, da Wild Oats XI a Esimit Europa 2. I Maxi che ora regatano a Porto Cervo sono completamente diversi dai loro progenitori: le regole, i materiali e il know-how sono cambiati radicalmente nel corso degli anni. “Alcuni Maxi oggigiorno pesano 26 tonnellate, mentre 30 anni fa pesavano 75 tonnellate, una differenza enorme. Gli alberi sono alti circa il doppio e grazie alla maggiore lunghezza al galleggiamento questi yacht sono molto potenti; raggiungono velocità tre volte superiori rispetto a trent’anni fa”.

Rolf Vrolijk dello studio tedesco Judel/Vrolijk, mente ispiratrice di tutti gli “assi pigliatutto” della categoria Mini Maxi, come il Rán 2 di Niklas Zennström (nonché l’ultimo Rán di Zennström lanciato all’inizio dell’anno e ora pronto per la sua prima apparizione a Porto Cervo) e il Bella Mente di Hap Fauth, indica una serie di fattori che spiegano perché e come il design si sia evoluto. “Molti dei cambiamenti sono stati influenzati dalle regole di stazza, che determinano come si costruiscono le barche – Altri progressi sono scaturiti da perfezionamenti in altri settori, per esempio – lo sviluppo dei materiali e del design delle vele è parallelo all’evoluzione degli alberi”.

Grazie alla costante ricerca di nuovi materiali e tecnologie, sono stati introdotti molti yacht di vario tipo e diversa dimensione. La panoramica si è ampliata enormemente: dai veloci Mini Maxi da regata tra 60 e 71 piedi, agli imponenti Supermaxi di oltre 165 piedi (50 metri); da barche progettate per la regata e la crociera, a quelle disegnate per la velocità pura. Tutte riflettono un costante desiderio d’infrangere i limiti di velocità, potenza ed eleganza. Le differenze tra un Mini Maxi da regata pura (Bella Mente) e un Supermaxi (il campione in carica Nilaya) progettato principalmente per la regata, sono evidenziate nell’info-grafica allegata.

Un processo di collaborazione
Data la varietà di concetti e soluzioni, non c’è da sorprendersi che molti progetti nascano proprio durante la Maxi Yacht Rolex Cup o s’ispirino ad essa. “In un evento come questo si vedono tanti stili diversi di barche”, spiega Pugh.

È sicuramente molto stimolante in termini di creatività – Pugh spiega che la progettazione è caratterizzata da diversi passaggi chiave che iniziano con un lungo incontro con il proprietario – Parli del tipo di performance richiesta, dei luoghi in cui navigherà, dei punti di forza della barca per soddisfare la visione dell’armatore e i desideri del proprietario”.

Alcune indicazioni possono essere molto specifiche, come rivela Mark Mills per il nuovo Alegre di 72 piedi: “Più che un banco di prova perfetto, la Maxi Yacht Rolex Cup è la ‘raison d’être’ di questa barca. Il design è completamente incentrato sul successo in questa regata. È il modello su cui Alegre è stata creata”.

Una volta commissionato il lavoro, inizia un esaustivo processo di ricerca e sviluppo. “Gran parte della progettazione delle imbarcazioni è guidata dalla fase di ricerca e sviluppo – spiega Mills – La prima cosa da fare è impostare un modello per trovare le condizioni giuste e in seguito si fanno passare in quel modello circa 80 o 90 forme di scafo. I parametri della barca scaturiscono dal lavoro di ricerca e sviluppo. In questo senso, la barca è il frutto del processo di ricerca”.

A volte facciamo delle prove in vasca, altre volte usiamo test computerizzati – spiega Pugh – Poi sviluppiamo una serie di progetti leggermente diversi, variando i parametri di base, come baglio e dislocamento e utilizzando diverse forme di scafo per poterli testare virtualmente. Si tratta di un processo piuttosto lungo, che in genere dura da quattro a sette mesi”.

Quando il design e i test sono finalizzati, inizia il complicato processo di costruzione: una collaborazione tra ingegneri strutturali specializzati in materiali compositi, velai e alberai, e altri specialisti.

Quando la barca è pronta, l’equipaggio inizia il processo di test con lunghe prove in mare e regate. Può passare parecchio tempo prima che una barca raggiunga il suo pieno potenziale. “Tutti sperano di essere pronti ai blocchi di partenza – spiega Mills – ma date le dimensioni e il livello di complessità di queste barche, compreso un equipaggio di circa 22 persone, ci vuole solitamente un anno per avere una barca completamente funzionante”. È la condizione in cui si trova Alegre, che punta a migliorare il secondo posto ottenuto l’anno scorso e ad aggiudicarsi il suo primo Mini Maxi Rolex World Championship.

La tecnologia consente agli equipaggi di passare in rassegna una quantità impressionante di dati provenienti da macchine fotografiche che registrano la forma delle vele e da sensori che registrano la tensione degli stralli di poppa e prua. Naturalmente, i dati non valgono nulla senza un’abile interpretazione umana. I regatanti della Maxi Yacht Rolex Cup sono i veri protagonisti in questo senso, avendo tutti una notevole conoscenza in questo campo.

Più grandi e più leggeri
Il progresso del design non si limita solo alle barche da regata pura. Il Wally Cento incarna uno dei più recenti concetti di yacht da “crociera/regata”. Il primo esemplare, Hamilton, è stato varato nel 2012; Reichel/Pugh hanno consegnato nel 2013 il secondo esemplare, Magic Carpet 3, a un altro armatore che ha deciso di sfruttare i progressi di design e tecnologia. “È un progetto molto emozionante – continua Pugh – non è un disegno da regata pura e deve rispettare le regole della classe con ampi interni. È un progetto più difficile rispetto a quello di una barca da regata pura”.

L’armatore del Magic Carpet 3, Sir Lindsay Owen Jones, si chiedeva se la barca sarebbe stata veloce. La risposta è stata positiva. “È molto più veloce, molto più divertente, molto più interessante – dice con entusiasmo – Paradossalmente, è una barca da crociera migliore poiché è molto più larga e spaziosa ed è molto stabile. Quando la senti accelerare, è davvero una sensazione fantastica. Ci si sente come su una barca da regata, proprio come volevamo”.

Evoluzione non rivoluzione
Che cosa possiamo aspettarci nei prossimi anni in termini di design dei Maxi yacht? “Ci sono parametri che ci limitano, pertanto non ci sarà una rivoluzione nel design – avverte Pugh – Ma si potrebbe assistere a una continua evoluzione di scafi, armamento e piani velici”.

Ci sono sempre nuove possibilità – aggiunge Vrolijk – e ci sarà sempre un desiderio di spingere i limiti di velocità. Ogni nuova generazione di barche deve essere più veloce”.

Come il mondo dei Maxi yacht cui è fortemente legata da quasi trent’anni, anche Rolex ha sempre promosso l’innovazione nel proprio settore sin dai suoi esordi, adattandosi a stili di vita dinamici e mutevoli e aprendo la strada allo sviluppo dell’orologio da polso già nel 1905. Il Marchio è all’origine di numerose innovazioni orologiere di grande rilievo, come l’Oyster, il primo orologio da polso impermeabile, presentato nel 1926, e il meccanismo a carica automatica con rotore Perpetual, introdotto nel 1931. Rolex ha registrato oltre 400 brevetti nel corso della sua storia. I parallelismi con i continui sviluppi del mondo dei Maxi yacht sono evidenti: il desiderio di creare qualcosa che sia durevole ed esteticamente spettacolare, preciso e innovativo, robusto e funzionale, ammirato e riconosciuto per la sua eccellenza.

Gli sviluppi osservati ogni anno alla Maxi Yacht Rolex Cup sono significativi per diverse ragioni: spingono il design al punto più alto dello sport, la domanda e la disponibilità di materiali high-tech coinvolgono tutti gli aspetti della vela, i proprietari di Maxi yacht fanno ingenti investimenti per superare i limiti percepiti della velocità, il desiderio di un maggiore comfort a bordo alimenta la continua evoluzione dello sport. Tra le innovazioni previste figurano importanti modifiche ai profili immersi e ai foil per aumentare la velocità.

Anche se certi Maxi continueranno a superare i limiti, la Maxi Yacht Rolex Cup sarà sempre il banco di prova per gli yacht più grandi e veloci al mondo. Il 2014 promette di non fare eccezione.

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