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Dopo una settimana di regata, in seno alla Global Ocean Race cominciano a delinearsi i rapporti di forze.

Oceano Atlantico – Dopo una settimana di regata, in seno alla Global Ocean Race cominciano a delinearsi i rapporti di forze. La coppia di testa, composta da Champagne de France (Mabire-Merron) e BSL (Field-Field), viaggia di gran carriera e mentre scende lungo le coste dell’Africa, ha fatto il vuoto, imponendo agli inseguitori, Cessna Citation e Finacial Crisis di Marco Nannini e Paul Peggs, un imponente distacco.

Vediamo come vanno le cose a bordo della barca italiana grazie al report di Marco Nannini: “Siamo partiti da Palma esattamente una settimana fa sulla barca ribattezzata Financial Crisis alla vigilia della partenza della Global Ocean Race in assenza di un title sponsor. Sin dalla partenza, il senso del tempo a bordo è alquanto distorto: la quotidianità dettata dall’alternarsi del giorno e della notte ma soprattutto dalle condizioni meteo, che determinano i cambi vela, se occorre timonare a mano, o quali attenzioni richieda la navigazione“.

I primi due giorni sono stati di navigazione in mediterraneo fino allo stretto di Gibilterra, abbiamo avuto molta fortuna e con venti forti e portanti siamo usciti molto in fretta. Indimenticabili planate sotto spinnaker e le prime dosi di adrenalina di questa avventura. Passaggio emozionante dello stretto in piena notte con olre 30 nodi di vento, tanto traffico e buio pesto“.

Superata Gibilterra ci siamo tutti diretti verso sud con distacchi ancora minimi. Dal ventone dello stretto alle ariette verso la costa africana, ecco le prime bolle da evitare. Rimaniamo quasi bloccati ad un certo punto, ma ci buttiamo ad ovest e ci salviamo. La barca dei sudafricani che era avanti a noi di 2 miglia rimane impantanata e ci regala oltre 150 miglia di vantaggio“.

La flotta si è poi diretta verso le Canarie che abbiamo lasciato a dritta. Le prime due barche sono passate fra il Marocco e Lanzarote senza mai perdere vento. Questo li lancia saldameno al comando nei giorni successivi con un distacco importante sul resto della flotta. A seguire noi e il team Ramon-Colman su Cessna Citation, viaggiamo bene paralleli fino alle Canarie. Il vento cala prima dal nostro lato facendoci perdere preziose ore. Ora, lanciati all’inseguimento, abbiamo da recuperare 60 miglia che sembran tante, ma su una prima tappa di 6800 miglia e tutte le incertezze delle calme equatoriali, le opzioni ed opportunità sono ancora tutte aperte“.

Sto vivendo quest’avventura serenamente. Io e Paul andiamo molto d’accordo e ci facciamo anche due risate quando ce n’e’ l’opportunità. Mangiamo e
dormiamo a sufficienza. Il viaggio è lungo e non bisogna strafare, sempre prudenti per non rompere noi stessi nè i materiali visto che, come già dichiarato in partenza, senza title sponsor non possiamo permetterci di rompere nulla. Inevitabilmente siamo stati un po’ più conservativi nelle nostre scelte in regata, ma spesso questo è un bene. Piccoli vantaggi guadagnati con grandi rischi, raramente pagano nelle lunghe mentre bisogna tenere le medie alte e non fermsarsi in bonaccia“.

Dopo una settimana possiamo però dire di non aver ancora rotto nulla. Leggiamo di spinnaker esplosi e tack line tranciate, noi, per fortuna, tutto
ok. Merito della nostra prudenza e del lavoro fatto di preparazione con Roberto Westermann e la sua Di-Tech, quest’anno abbiamo delle vele che sono una vera bomba, stamattina eravamo in 3-4 nodi di vento con la barca sui binari a 4 nodi e mezzo, Merito del nuovo Ciccio’s Code, vela da bonaccetta aggiuntasi al calavele“.

Non ho neanche fatto il conto di quante miglia mancano a Cape Town, mi sembra per fino irrilevante. Cercheremo di arrivarci il prima possibile comunque“.

Per seguire la regata tramite il tracking clicca qui.

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