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Sono state ventiquattro ore ricche di dramma ed emozioni per la flotta della Volvo Ocean Race, che è ridotta a tre barche dopo il...

Oceano Atlantico – Sono state ventiquattro ore ricche di dramma ed emozioni per la flotta della Volvo Ocean Race, che è ridotta a tre barche dopo il disalberamento di Puma. Gli spagnoli di Telefonica continuano a guidare, con poco meno di cento miglia di vantaggio su Camper, che ieri ha anche vissuto momenti di tensione per l’incidente al giovane prodiere Mike Pammenter. I francesi di Groupama continuano a macinare miglia e a recuperare terreno.

E’ stata, quella di ieri, una giornata che ha mostrato in maniera netta, con due eventi drammatici nello spazio di una sola ora, quanto difficile e dura possa essere la Volvo Ocean Race. Puma Mar Mostro, guidata dallo skipper americano Ken Read, è la seconda barca a disalberare durante la prima tappa dopo Abu Dhabi Ocean Racing. Il team stelle e strisce è quindi stato costretto al ritiro e non guadagnerà alcun punto in classifica. Read e il suo equipaggio stanno valutando le diverse opzioni per arrivare a Città del Capo il più in fretta possibile, riparare i danni e poter partecipare alla In-port race e alla seconda tappa. Secondo le ultime notizie, Puma sta facendo rotta con armo di fortuna verso la sperduta isola vulcanica di Tristan da Cuhna, situata a 1.750 miglia dal Sudafrica e a 2.000 dal sud America.

Il CEO della Volvo Ocean Race Knut Frostad, con quattro giri del mondo a vela nel suo curriculum, ha detto che l’equipaggio di Puma ora affronta la sfida più dura: “E’ una delle cose più difficili con cui un team deve fare i conti in mare, mentalmente è durissima. Questi velisti arriveranno a Città del Capo affamati, depressi dopo un periodo psicologicamente arduo e dovranno ricominciare subito, salire a bordo e far rotta per Abu Dhabi. E’ dura ma anche la regata lo è, e sono sicuro che ce la faranno”.

Poco prima dell’incidente occorso agli americani, anche a bordo di Camper ,dello skipper australiano Chris Nicholson, si vivevano momenti concitati quando il prodiere sudafricano Mike Pammenter si feriva. Durante un cambio di vela, un’onda enorme ha sbattuto il velista contro le sartie, fortunatamente Mike indossava il casco. Pammenter ha perso un dente e si è tagliato un labbro, ma è stato prontamente medicato dai suoi compagni.

Malgrado questo problema, Camper ha perso solo due miglia sui leader spagnoli di Telefónica che sembrano rimanere concentrati al massimo per mantenere la testa e aggiudicarsi la tappa. La prua di Telefónica punta ancora verso sud-est per evitare il centro dell’anticiclone di Sant’Elena, che questo anno è posizionato più a sud che negli anni precedenti, e costringe i team a percorrere più strada per raggiungere i venti occidentali che li potrebbero portare velocemente a Città del Capo.

Lo skipper Iker Martinez esamina lucidamente la situazione: “Ieri mi è sembrato ancor più evidente che la regata non è finita finchè non si taglia la linea del traguardo. Non è stato per nulla piacevole lasciare i nostri rivali a 2.000 miglia dalla costa, senza albero, ma sono certo che gli organizzatori hanno la situazione sotto controllo. Ora noi dobbiamo pensare ai nostri nuovi avversari di Camper, come abbiamo visto può ancora succedere di tutto in duemila miglia, non è facile, ma dobbiamo tener duro, rimanere concentrati e non fare errori.”

Secondo le posizioni di oggi, alle ore 13 GMT, quando si entra nel diciassettesimo giorno di regata, gli spagnoli di Telefonica continuano nella loro corsa, purtroppo ora solitaria, e sono a meno di duemila miglia dalla linea di Città del Capo. Distanziati di 96,4 miglia gli ispano/neozelandesi di Camper, che al momento del rilevamento facevano anche registrare la velocità più alta, con 21,4 nodi. Groupama 4, che ha passato gli ultimi due giorni navigando al lasco, procede la sua corsa con punte oltre i ventiquattro nodi e si è avvicinata al duo di testa, che oggi dista meno di duecentottanta miglia. A causa di questo ritardo i francesi, però, potrebbero non riuscire ad agganciare la stessa aria dei battistrada per coprire il tratto finale del percorso.

Se i leader riusciranno a “svicolare” il pericolo dell’alta pressione, si prevede che il loro arrivo in Sudafrica possa avvenire fra sabato 26 e domenica 27 novembre, ovvero tre settimane dopo il via da Alicante.

Intanto da Città del Capo arrivano buone notizie da Team Sanya: il gruppo di sei esperti costruttori del cantiere neozelandese Salthouse è al lavoro a pieno ritmo per la costruzione della parte prodiera dello scafo, sotto la guida attenta dello skipper Mike Sanderson.

Il modello in legno su cui costruiremo il nuovo pezzo è quasi finito, dobbiamo solo carteggiare e poi cominceremo con la struttura vera e propria.” Preoccupato che il vento forte tipico di Città del Capo potesse creare problemi, Sanderson ha pensato a una soluzione utilizzando i container che servono per spostare il race village nelle varie tappe.

In pratica useremo una gru per costruire un capannone temporaneo, con i container come pareti e un tetto di tessuto. Una volta arrivata la barca la porteremo dentro e cominceremo a tagliare la parte danneggiata, poi potremo sostituirla con quella nuova” ha spiegato lo skipper kiwi.

Per seguire la regata sul tracking clicca qui.

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