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Si chiama Alessandro Salvagnini, fa il geologo per la Italfer S.p.A., ha 38 anni, vive a Roma e nel tempo perso si è cavato...

Roma – Si chiama Alessandro Salvagnini, fa il geologo, ha 38 anni, vive a Roma e nel tempo perso si è cavato la soddisfazione di vincere la seconda tappa del Volvo Ocean Race Game con il suo ITA-73. Impresa non da poco, dato che per riuscirci ha dovuto regolare una flotta composta da oltre 160.000 imbarcazioni condotte da oltre 50.000 skipper.

A completare il podio della tappa, dopo un testa a testa serratissimo, sono stati gli olandesi di NED-40 e gli statunitensi di SharkDog. Molto bene ha fatto anche Diabo, finito settimo assoluto e secondo degli italiani.

Appassionato di vela – in passato ha regatato in windsurf, sui catamarani Classe A e sui Formula 18 – da alcuni anni ha smesso di cimentarsi tra le boe vere.

Dopo aver preso parte all’edizione precedente dell’apprezzato simulatore introdotto dalla Volvo Ocean Race, Alessandro si è lanciato a capo fitto in questo nuovo giro del mondo che, scrive a Zaerogradinord, “…trovo molto più realistico come gestione del vento rispetto al vecchio sistema“.

In attesa di ricevere il suo diario di bordo, non possiamo che rinnovargli i complimenti per questa straordinaria impresa che, lo ricordiamo, gli è valsa un viaggio alla volta di Sanya per seguire la partenza della quarta tappa della Volvo Ocean Race reale.

Due curiosità: ITA-73 è il primo VOR 70 italiano a vincere una tappa del Volvo Ocean Race Game ed è anche il primo italiano a guidare la classifica overall dell’evento.

Per visitare il sito del Volvo Ocean Race Game clicca qui.

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