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Quando avrà inizio l'America's Cup World Series di San Diego, in programma tra il 12 e il 20 novembre, l'America's Cup tornerà in quella...

San Diego – Quando avrà inizio l’America’s Cup World Series di San Diego, in programma tra il 12 e il 20 novembre, l’America’s Cup tornerà in quella che per diversi anni ha chiamato casa.

Il trofeo sportivo più antico nella storia dello sport è stato conteso nelle acque della città californiana per ben tre volte. Nel 1988, nel 1992 e nel 1995. Inoltre, BMW Oracle Racing ha scelto San Diego come sede dei suoi allenamenti in vista della 33ma America’s Cup.

Strada facendo, San Diego ha regalato alcuni dei momenti più emozionanti nella storia della Coppa. Tra questi va ricordato il debutto del primo cat ad ala rigida, timonato da Dennis Conner in occasione del duello contro il maxi motoscafo KZ-1. Un match avvenuto nel 1988, nel periodo di transizione tra i 12 Metri S.I. e i primi IACC, introdotti all’inizio degli anni novanta.

Il binomio San Diego-America’s Cup era iniziato a metà degli anni ottanta, quando Dennis Conner, portacolori del San Diego Yacht Club, sodalizio della sua città natale, volò a Fremantle per riconquistare il trofeo che aveva perso nel 1983. In attesa di conoscere i dettagli dell’edizione seguente, i potenziali sfidanti del San Diego Yacht Club vennero spiazzati dalla sfida lanciata dal neozelandese Sir Michael Fay.

Una sfida che diede il la a una delle battaglie legali più spietate nella storia della vela e dello sport in generale. Una battaglia risoltasi sul campo di regata, in un improbabile Deed of Gift Match tra il gigantesco monoscafo kiwi (120 piedi per 39 tonnellate) e il piccolo ma velocissimo catamarano battezzato Stars&Stripes (60 piedi per appena 3 tonnellate).

Il cat di Dennis Conner non ebbe alcun problema nel superare l’avversario con il punteggio di due a zero.

Ma la battaglia legale non si era ancora esaurita. La sentenza di primo grado assegnò la Coppa ai kiwi, ma il seguente appello confermò il verdetto dell’acqua. L’intero “affaire” infierì un danno di immagine non indifferente alla Coppa e alla reputazione dell’evento.

Nel corso di un’intervista rilasciata a Bob Fisher per il suo libro An Absorbing Interest, Sir Michael Fay spiegò: “E’ stata una sfida sgradita al San Diego Yacht Club che, da subito, ne fu molto preoccupato. Certo, si può essere critici nei nostri confronti definendola una sfida inadeguata, non richiesta. Ma non credo che nessun termine utile a definire la nostra sfida giustifichi l’impiego di un catamarano da parte degli avversari“.

La sfida del 1988 fu comunque utile perché sottolineò la necessità di imprimere una svolta al mondo della Coppa America, introducendo una nuova classe di barche, l’International America’s Cup Class, destinata a durare per le successive cinque edizioni della manifestazione. Un’operazione che vide coinvolti venticinque designer. Tra questi Bruce Kirby, che raccontò: “Siamo stati coinvolti in qualcosa di molto speciale. Se avessimo svolto il nostro lavoro al meglio, avremmo creato una delle classi di barche da regate destinate a diventare tra le più importanti di tutti i tempi. Si trattava di un progetto che avrebbe visto team e sponsor investire milioni di dollari, destinato a scrivere nuove pagine nella storia dell’America’s Cup“.

Nel 1992 furono otto gli sfidanti che raggiunsero San Diego per puntare alla Coppa. Tra essi Il Moro di Venezia, guidato da Raul Gardini e dallo skipper Paul Cayard. Lo sfidante italiano superò New Zealand Challenge nelle finali della Louis Vuitton Cup e sfidò il Defender, America 3 di Bill Koch, che aveva agevolmente battuto Dennis Conner nelle selezioni tese a individuare il migliore tra i team statunitensi candidati al ruolo di Defender. La Coppa rimase a San Diego grazie al secco 4 a 1 con cui America 3 ebbe ragione de Il Moro di Venezia.

Nel 1995, però, il Defender non si presentò con la stessa determinazione mostrata tre anni prima. Black Magic, sfidante neozelandese, perse solo un match durante le fasi di selezione. Altrettanto non si può dire relativamente al team di Dennis Conner, costretto a disputare ben nove regate prima di potersi fregiare del titolo di Defender.

Nonostante l’appoggio ricevuto dai due team battuti, Conner non riuscì a difendere la Coppa dall’assalto di Sir Peter Blake e Russell Coutts. Black Magic divenne così il terzo sfidante a vincere il trofeo nella storia della manifestazione e quello che scrisse la parola fine in coda al cammino congiunto San Diego-America’s Cup.

Come raccontato, ognuna delle tre edizioni disputate a San Diego ha introdotto qualcosa di nuovo nella storia della Coppa America. L’edizione del 1988 portò alla creazione della classe IACC. Quella del 1992 video Defender e Challenger fare i conti con le nuove restrizioni – numero di barche e taglio dei costi – imposte dal regolamento, mentre quella del 1995 mostrò a tutti come una campagna ben organizzata, e accuratamente gestita, potesse ambire al massimo risultato.

Venendo ai giorni nostri, San Diego è stata testimone dell’esordio dell’ala rigida costruita da BMW Oracle Raing in vista della sfida con Alinghi. Il rivoluzionario rig venne sfoderato in seguito al disalberamento del maxi trimarano USA, avvenuto verso la fine del 2009.

E ora è tempo che ali rigide e multiscafi tornino a San Diego: il prossimo mese, infatti, il porto commerciale dell’ottava città statunitense diventerà il campo di battaglia della nuova, avveniristica flotta di AC45.

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