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In attesa della finale del Louis Vuitton Trophy Dubai, Zerogradinord.it ha incontrato il CEO di Emiratez Team New Zealand, Grant Dalton, e ha chiacchierato...

Dubai – In attesa della finale del Louis Vuitton Trophy Dubai, Zerogradinord.it ha incontrato il CEO di Emiratez Team New Zealand, Grant Dalton, e ha chiacchierato con lui di Coppa America e delle aspettative del suo team.

D: Buongiorno Grant e benvenuto su Zerogradinord. Emirates Team New Zealand e la 34ma America’s Cup: a che punto siete?
GD: Tutto dipende da due punti fondamentali. Il primo sono come sempre i soldi. L’altro è la sede dell’evento: non è possibile chiedere soldi agli sponsor finchè non sappiamo nulla in merito alla città che accoglierà la Coppa America. Senza una sede certa non possiamo fare nulla.

D: Stiamo andando davvero verso una nuova America’s Cup o il Defender continuerà a godere degli stessi vantaggi?
GD: Il Defender ha sempre dei vantaggi, questo è normale quando parli di Coppa America. Cosa succederà è difficile da dire. Bisogna aspettare e vedere. Penso comunque che battere il Defender sarà un’impresa realizzabile. Sono rimasto sorpreso nel sentire alcuni team affermare che non sarà possibile. Forse parlavano mossi da interessi personali, come nel caso di Alinghi. Ma, torno a ripetere, senza conoscere la sede dell’evento sono semplici considerazioni.

D: Ho letto in una tua intervista parole di apprezzamento nei confronti di San Francisco. State “spingendo” in quella direzione?
GD: Non abbiamo alcuna influenza in merito ma San Francisco, a nostro modo di vedere, rappresenta un’ottima scelta. E’ la piazza statunitense in maggiore espansione ed è un mercato sul quale Emirates Airline (main sponsor del team, ndr) punta molto. E’ ragionevolmente vicino alla Nuova Zelanda, anche dal punto di vista culturale. Roma, che è l’altra alternativa, non la vedo bene. Pur non essendo italiano sono preoccupato dalla situazione politica locale. Nono conosco bene gli italiani. Credo quindi che San Francisco sia la scelta giusta.

D: Parlando di soldi, c’è chi dice che con 20 milioni si può fare la Coppa. Non credo sia così. Inoltre non va dimenticato che nel 2007 i quattro semifinalisti erano tutti reduci da una campagna con due barche…
GD: Devi avere due barche, senza dubbio alcuno. Una potrebbe rompersi e affondare. A quel punto non ti resterebbe nulla. E’ indispensabile costruire due barche. Non è assolutamente possibile prendere parte alla Coppa con un budget di 20 milioni… anzi, forse potresti anche farla, ma con ogni probabilità non arriveresti nemmeno a mollare gli ormeggi perchè non avresti nessuno in barca oppure questa potrebbe rompersi appena preso il largo. Secondo noi i numeri saranno quelli dell’ultima edizione: un team che aveva speso 100 milioni ne spenderà altrettanti e lo stesso sarà per un sindacato che ne aveva tirati fuori 60. Ma con l’Euro così debole la cosa è ancora più difficile per team come il nostro. Le nostre uscite sono quasi tutte in Dollari Neozalandesi e incassiamo le sponsorizzazione in Euro. Questo ci costa un venti per cento solo sulla base del tasso di cambio. La situazione è difficile, è davvero difficile.

D: Cosa ne pensi dell’avvento dei multiscafi?
GD: Non mi dispiacciono i multiscafi, ma devo anche dire che non ci ho mai navigato. Non è una nostra scelta. Non siamo noi che abbiamo scritto le regole. Se non ci piacciono abbiamo un’opportunità: non fare la Coppa. Potremmo essere favorevoli o contrari. Nei prossimi tre anni avremo senza dubbio le idee più chiare in merito.

D: Il Defender ha scelto il 2013 come anno per la disputa della prossima America’s Cup. Sei d’accordo o avresti preferito il 2014?
GD: No, no. Il 2013 è senza dubbio la scelta migliore. Saranno passati sei anni dall’ultima Coppa America convenzionale. Viviamo uno sport che vive di tecnologia e gratificazioni immediate. Non puoi aspettare così a lungo. Il 2013 è l’anno giusto.

D: Quali progetti ha Emirates Team New Zealand per la prossima stagione?
GD: Abbiamo una campagna di Volvo Ocean Race con Camper alle porte e il prossimo aprile vareremo la nostra barca. Se saremo in Coppa America focalizzeremo la nostra attenzione verso gli AC45. Altrimenti faremo altro. Posso comunque assicurare che il nostro team continuerà ad esistere indipendentemente dall’America’s Cup.


Video copyright Zerogradinord.it.

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