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America’s Cup, parola di Paul America’s Cup, parola di Paul
La Repubblica, tramite il suo sito web, da spazio ad alcune riflessioni di Paul Cayard. L'ex CEO di Artemis Racing, a Nassau per prendere... America’s Cup, parola di Paul

Paul Cayard - Star Sailor LeagueNassau – La Repubblica, tramite il suo sito web, da spazio ad alcune riflessioni di Paul Cayard. L’ex CEO di Artemis Racing, a Nassau per prendere parte a un evento Star, torna a parlare di America’s Cup, della disastrosa campagna del team svedese e di progetti per il futuro.

Quattro mesi lontano da tutto, e una frustrazione persistente per le cose che sono andate così male. Devo ripartire da una nuova sfida, e sono aperto a tutto“.

Ho passato gli ultimi tre mesi a riprendermi da una Coppa America molto difficile per me. Quando le cose ti vanno bene, puoi dimenticare che c’è da lottare. Ho avuto la fortuna che le mie precedenti campagne in Coppa America e alla Volvo Ocean Race sono state decisamente positive, e pienamente soddisfacenti per me. Questa volta no. Questa volta è stata una lotta“.

Abbiamo avuto all’inizio una serie di contrattempi tecnici che ci sono costati un mucchio di tempo prezioso. Poi abbiamo preso una strada progettuale sbagliata e abbiamo aspettato troppo a lungo prima di riconoscerlo, e cambiare rotta, accumulando altro ritardo. Il risultato sono stati gli ultimi sei mesi, faticosi e dolorosi, nei quali la dura realtà ci ha colpito in faccia. La tragedia del 9 maggio è stato il peggiore disastro velico nel quale sono stato coinvolto in vita mia e qualcosa che non potrò mai dimenticare. Non c’è bisogno di dire quanto sia stato un periodo pesante, stressante, e deludente”.

Dopo un paio di mesi lontano da tutto, mi sento più riposato, ma resta la frustrazione persistente per un risultato così negativo. Sono sicuro che la cura è passare a una nuova sfida e sono di mentalità abbastanza aperta per individuare quella giusta per me“.

Per il momento, sto cercando di divertirmi un po’ in barca a vela. Un altro ritorno alla base di tutto. Sono stato invitato alla tappa finale della prima Star Sailors League (SSL), qualcosa di speciale. Il concept è questa League tra alcuni dei migliori velisti del mondo, che si sono classificati attraverso un circuito durante l’anno. Alla fine della stagione c’è un montepremi in denaro. Quest’anno la finale è a Nassau, Bahamas, tra diciotto equipaggi, con un montepremi di 200mila dollari. Ci sono molti tra i velisti meglio classificati al mondo negli ultimi anni, più alcuni invitati con una wild card“.

SSL è un’idea del velista svizzero Michel Niklaus. La sua passione per la classe Star e per questo evento è impressionante. Lo staff che lavora alla Star Sailing League sta facendo un gran lavoro per realizzare un evento di qualità. Ci sono una trentina di persone che si occupano di produzioni televisive e tracking GPS per la diretta Internet. Anche la logistica è notevole, tutto insomma congiura per un evento di prima classe“.

Io arrivo a questa regata più magro che mai, e senza aver messo piede su una Star negli ultimi quattro anni. Certo, in cuore mio spero umilmente di riuscire a conquistare un piccolo pezzo di torta anch’io. Ma comunque: io adoro Nassau, il suo vento e le sue onde dove ho regatato tante volte negli ultimi trenta e più anni. In più ho uno dei migliori prodieri in circolazione, Austin Sperry. Austin, aka Hoss, venne ad Atene ad aiutare Phil Trinter mentre mi allenavo per le Olimpiadi del 2004, e poi è andato alle Olimpiadi del 2008, a prua di John Dane. Perciò, se ho un santo a cui votarmi questa settimana, questo è Hoss”.

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