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Quando parla Grant Dalton Quando parla Grant Dalton
Dalla home page di Sailing Anarchy, a SailWorld New Zealand, l'intervista rilasciata a Zerogradinord.it da Grant Dalton durante la Nespresso Cup ha fatto il... Quando parla Grant Dalton


Video copyright Zerogradinord.it.

Ravenna – Dalla home page di Sailing Anarchy a SailWorld New Zealand, l’intervista rilasciata a Zerogradinord.it da Grant Dalton durante la Nespresso Cup e pubblicata assieme a quella di Francesco de Angelis, ha fatto il giro del mondo. Nel giro di tre giorni, il video pubblicato su YouTube ha già totalizzato più di 2.200 click e il thread aperto su Sailing Anarchy è stato letto da 2.600 persone che hanno lasciato 116 commenti.

Nel caso ve la foste persa, ve la riproponiamo. A seguire la traduzione curata dalla nostra redazione.

ZGN: Ciao Grant e bentornato su Zerogradinord.it. L’ultima volta ci eravamo incontrati a Dubai e da allora ad oggi sono cambiate parecchie cose per Emirates Team New Zealand…
GD: Sono cambiate davvero molte cose. A Dubai non avevamo molte speranze di essere tra i protagonisti della prossima Coppa America, forse un dieci-quindici per cento. Oggi invece possiamo dirci di esserci, questo grazie a Nespresso, che ci ha supportati, e ad altri sponsor, che hanno continuato a supportarci. Siamo dentro e siamo pronti a lavorare sodo per fare la nostra parte in vista del 2013.

ZGN: Tra le altre novità, un AC45 nuovo di zecca. Ci hai già navigato?
GD: Abbiamo ritirato la barca da qualche settimana e la stiamo testando. Io ancora non ci ho navigato, ma i ragazzi si e si stanno divertendo molto. Sembra una gran bella barca: sicura e molto veloce, come del resto sono tutti i catamarani. Dal nostro punto di vista, l’AC45 rappresenta un passo verso il futuro, verso l’AC 72.

ZGN: Tra i vostri sponsor figurano Nespresso e Emirates Airlines, ma a darvi una bella mano è stato il Governo neozelandese: ora devi rendere conto anche al tuo vicino di casa…
GD: Siamo diventati proprietà pubblica: in Nuova Zelanda abbiamo quattro milioni di esperti pronti ad aiutarci… Per noi è normale, anche l’ultima volta siamo stati supportati dal Governo. La differenza è che, oggi come oggi, per un sailing team avere accesso al denaro pubblico è molto più difficile. Siamo però riusciti a illustrare il grande impulso che daremo all’industria nautica e il Governo ha deliberato sulla base del business che riusciremo a generare.

ZGN: Per Emirates Team New Zealand è il momento dei sorrisi, ma altri team stanno facendo molta fatica a mettere insieme il budget. Quanti sindacati credi riusciranno a prendere parte alla prossima America’s Cup?
GD: Non penso ci saranno molti team, la prossima sarà una Coppa America molto costosa. Il fatto che non sarebbe stata economica era apparso evidente sin dal principio. Mettere insieme il budget è per tutti molto difficile. Ripeto, non credo ci saranno molti team. Noi siamo stati fortunati ad avere l’appoggio del Governo neozelandese e di sponsor come Omega, Nespresso ed Emirates. Ma nonostante questo abbiamo bisogno di altri soldi: siamo comunque soddisfatti perché, visto lo stato delle cose, siamo in grado di poter partire.

ZGN: Per una nazione piccola come la Nuova Zelanda una sfida all’America’s Cup rappresenta importanti possibilità di business. Basti pensare che costruirete il vostro AC72 proprio sul territorio nazionale…
GD: Assolutamente, il fatto di costruire la barca in Nuova Zealanda aiuterà l’economia, ma stiamo parlando di qualcosa di ancor più importante. Se dovessimo vincere, oltre a festeggiare il risultato, festeggeremo un periodo di grande attività per l’industria e per le città. riusciremo a mettere in moto un volano che darà grande attività non solo al settore dell’industria nautica, grazie a una serie di link che si attiveranno in corso d’opera, ma anche alle città. L’investimento deve essere visto sotto questo doppio punto di vista. Certo, si tratta in parte di una scommessa, ma abbiamo le carte in regola per poter fare bene.

ZGN: In Italia paiono esserci problemi nel fund rising per Mascalzone Latino. L’attuale Challenger of Record potrebbe chiamarsi fuori a favore di Artemis Racing. Come giudichi questa eventualità?
GD: Credo che il problema, qualora Artemis dovesse diventare il Challenge of Record, sia collegato al fatto cheArtemis Racing e Oracle Racing hanno strutture molto simili e sono buoni amici. Da parte nostra non c’è nessuna intenzione di diventare Challenge of Record: vogliamo concentrarsi solo e unicamente sulla sfida. Penso che, alla fin dei conti, non cambierebbe granché, anche perché Mascalzone Latino si è rivelato amico diOracle Racing e gli americani potrebbero continuare a fare ciò che vogliono anche con Artemis nel ruolo di Challenge of Record.

ZGN: Che senso dare alle sfide provenienti da Oriente? Sembra che la Coppa America sia interessata da una vera e propria rivoluzione “culturale”…
GD: Per prima cosa bisogna aspettare a vedere i team che ce la faranno. Tra i big three, se dovesse farcela, ci sarà sicuramente Team Energy con Loick e Bruno Peyron. Sono davvero forti, svegli, hanno la giusta impostazione culturale e l’industria nautica francese è davvero qualificata in fatto di multiscafi. E’ una bella cosa che team come China Team e Team Korea siano dentro al gioco, ammesso che riescano a farcela: non so a che punto siano. Ma sono convinto che siano fortemente penalizzati rispetto a Nuova Zealanda, Stati Uniti e Francia in ambito catamarani.

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