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Riceviamo, e pubblichiamo volentieri, le riflessioni maturate da un lettore, Matteo Salvà, dopo aver letto l'intervista che il CEO di Oracle Racing, Russell Coutts,...

Auckland – Riceviamo, e pubblichiamo volentieri, le riflessioni maturate da un lettore, Matteo Salvà, dopo aver letto l’intervista che il CEO di Oracle Racing, Russell Coutts, ha rilasciato a Style Magazine la scorsa settimana.

Gentili rappresentanti dei media di settore, vi contatto per informarvi che in una stupefacente intervista rilasciata lo scorso 29 aprile a Style Magazine, Russell Couttes ha dichiarato che il 65% del budget di un team di Coppa America è destinato a coprire le spese dell’equipaggio. Al di la del ragionevole dubbio che questa affermazione possa essere vera, Coutts propone una brillante soluzione: riduciamo il numero dei velisti impegnati a bordo da diciassette a undici, creando così disoccupazione e malcontento. Lui, intanto, continua a guadagnare 10 milioni di Dollari l’anno, importo che lo rende lo sportivo più pagato della Nuova Zelanda. Poco importa se gli altri, che guadagnano molto meno di lui, sono senza lavoro. Credo di parlare per conto di centinaia di velisti, riggers, costruttori di barche e componenti degli shore team. Da tutti noi va un profondo ringraziamento a Russell Coutts“.

A colpire il nostro lettore è stata la risposta che Coutts ha dato alla seguente domanda: “C’è chi dice che non si spenderà meno rispetto ai budget faraonici del passato…“.
Senza troppi giri di parole, il CEO di Oracle Racing afferma: “Storie, chi critica non sa di cosa parla. Mi ascolti: il 65% delle spese di un team di Coppa America è rappresentato dagli uomini. Siccome l’equipaggio passerà da sedici a undici marinai, i conti sono presto fatti“.

Coutts, evidentemente a corto di argomenti, rispolvera poi il vecchio repertorio, a partire dal confronto tra i Flinstones e la generazione Facebook: “C’era un’antica mentalità che andava abbandonata ed era inutile procedere per piccole modifiche, tanto valeva cambiare tutto. Ecco perchè per la prossima Coppa ho inventato lo slogan ‘Dall’epoca dei Flinstones alla generazione Facebook’. Chi non accetta i cambiamenti è vecchio e chi critica non è mai salito su un catamarano”.

Per quanto riguarda gli iscritti, il talento neozelandese si dice soddisfatto: “Io mi aspettavo otto iscrizioni, ne avremo ben oltre le mie più rosee previsioni“. Dei due team italiani, però, pare non sapere granché circa la reale situazione economica: “Di Mascalzone Latino non conosco l’attuale situazione ma posso confermare che Vincenzo Onorato e il suo team sono ancora i rappresentati degli sfidanti. Venezia Challenge è nella lista, c’è tempo fino al 30 aprile per confermare l’iscrizione“.

Leggi l’intervista e facci sapere qual’è la tua opinione in merito commentando l’articolo tramite il modulo che trovi in basso o tramite mail.

Per leggere l’intervista di Russell Coutts clicca qui.


AMERICA’S CUP, SOMETHING ABOUT RUSSELL COUTTS
Auckland – We receive and gladly publish the thoughts matured from a reader, Matteo Salva’, after reading the interview that the Oracle Racing CEO, Russell Coutts, has released to Style Magazine last week.

Dear Sailing Media, I want to inform you that in an astonishing interview published on Friday, April 29, on Style Magazine, Russell Coutts says that 65%of the budget of an America’s Cup campaign is given by the cost of the crew (see the attachment). Beyond the reasonable doubt that this statement may correspond to the truth, Coutts puts forward a brilliant solution: reduce the number of persons on board from 17 to 11, thus creating unemployment and discontent. He thus continues to earnhis 10 millions a year that make him be the highest paid sportsman in New Zealand. It matters little, instead, whether others, who still earn much less than him, are out of their job. I’m the voice of hundreds of sailors, riggers, boat builders and shore managers unemployed. We all thanks Russell Coutts for this“.

To read Russell Coutts’ interview (italian only) click here.

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