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La gioia e le riflessioni di Alessandra Sensini, medaglia d'argento nell'RS:X femminile ai Giochi di Pechino. Con questo successo, la surfista azzurra è diventata...

[singlepic=295,250,170,,left]Pechino 2008 – Qingdao – Il penultimo giorno del programma olimpico di Qingdao, si è illuminato della straordinaria impresa di Alessandra Sensini, trentotto anni, cinque Olimpiadi alle spalle e quattro medaglie all’attivo. Con l’argento di Pechino 2008 – che si va ad aggiungere al bronzo di Atlanta 1996, all’oro di Sydney 2000 e al bronzo di Atene 2004 – Alessandra diviene la velista con il maggior numero di medaglie olimpiche in tutte le specialità della vela. In un sol colpo, infatti, la campionessa grossetana ha superato l’amica di sempre Barbara Kendall e l’ucraina Ruslana Taran, tre medaglie a testa nel windsurf e nel 470. A quota due restano l’inglese Shirley Robertson (Europa e Yngling), la spagnola Theresa Zabell (470), l’olandese Margaret Matthijsse (Europa), la spagnola Natalia Via-Dufresne (Europa470), l’americana Jennifer Isler e l’ucraina Olena Paholchyk (470).

La dinamica della conquista di questa quarta medaglia lascia un po’ di amaro in bocca, perché Alessandra nel secondo lato di poppa aveva preso la testa della Medal Race e la cinese era solo quarta. In quei momenti l’azzurra era medaglia d’oro. Poi il finale, con la penalità un po’ ingenua rimediata dalla spagnola Marina Alabau che spalancava alla cinese le porte del paradiso, raggiunto con un solo punto di vantaggio sulla portacolori azzurra, nonostante il trionfo di quest’ultima nella Medal Race.
A terra, a parte le celebrazioni dei cinesi per uno storico primo oro nella vela a cinque cerchi, gli applausi e le ovazioni sono tutti per Alessandra e la sua nuova impresa.

La Medal Race
“Sono contenta di come è andata, ho dato il massimo e più che vincere non potevo fare, purtroppo non dipendeva solo da me, ma ci stavamo riuscendo. In questa finale ho voluto dare il massimo, senza risparmiarmi. Nel primo giro siamo rimaste vicine, l’inglese, la spagnola, io e la cinese. Poi, dopo la seconda bolina, le ho sorpassate entrambe, anticipando bene una strambata e allungandomi. Ho pensato che quella poteva essere la svolta della regata. La cinese era quinta, dietro anche all’ucraina: inevitabile fare un pensierino all’oro. E anche adesso penso che forse senza quello slalom finale così lungo, forse poteva finire diversamente. Il vento, anche questa volta, non è stato dalla mia parte: otto-nove nodi in diminuzione subito dopo la partenza. Dopo la penalizzazione la spagnola, che tra le altre cose mi aveva fatto squalificare nella quinta manche, non ha avuto più alcuna ambizione o possibilità di medaglia e ha mollato. Io ho visto la scena alle mie spalle e ho capito come sarebbe finita: la cinese andava troppo forte”.
“Quanto vale la cinese Jian Yin? Un’atleta che ha vinto l’oro di sicuro vale. Certo lei è una che con vento sotto agli otto nodi è quasi imprendibile; oltre soffre, diventa una velista normale. Di sicuro si è allenata tantissimo qui sul posto: lo conosceva a memoria, aveva una confidenza con le raffiche quasi intuitiva. Non a caso azzeccava sempre il bordo giusto”.

Una medaglia per…
“Non c’è una dedica speciale, non c’è una persona sola dietro a una medaglia. Dedico questa medaglia a tutte le persone che mi sono state vicino, che mi hanno sostenuta, che mi hanno aiutata in questi anni, e sono davvero tante. Ho ricevuto tantissime mail da tutta Italia, soprattutto dalla Maremma, la mia gente, che mi ha seguito anche qui in Cina”.
“Ci tengo però a ringraziare Paolo Ghione, il tecnico federale che mi ha seguito sin dalla ripresa dell’attività dopo la sosta seguita ad Atene 2004. Paolo ha creduto in me, mi ha dato ascolto e ha sostenuto il mio programma, anche lottando per farmi ottenere quello che mi serviva. E anche in questa settimana olimpica Paolo è stato per me un grande punto di riferimento”.

Il carattere
[singlepic=293,170,250,,left]“La pressione c’è sempre, fa parte dell’Olimpiade. Anche se alla quinta partecipazione c’è l’esperienza che ti aiuta, le aspettative aumentano e la pressione torna a salire. Il difficile di questa settimana è stato partire piano, con regate caratterizzate da vento leggerissimo, e virare la boa di metà Olimpiade con una squalifica. Da quel momento ho dovuto regatare contratta, prudente, conservativa, perché non avevo più lo scarto e non potevo sbagliare più nulla. Solo nella Medal Race mi sono potuta liberare”.
“Nonostante tutto ho cercato sempre di godere dei segnali positivi, come un piccolo rinforzo di vento. Anche stamattina, quando ho aperto la finestra, ho guardato il cielo azzurro e mi sono detta: bene, sarà una bella giornata!”
“Ogni Olimpiade ha la sua storia e ogni volta un atleta l’affronta in modo diverso. Sono cambiata? Sicuramente sono maturata. Ricominciare dopo Atene non è stato facile. Mi sono fermata per disintossicarmi e per capire chi ero e che vita avrei voluto vivere. Quando poi ho capito che volevo fare un’altra Olimpiade, ci ho provato e ci ho creduto. Ho avuto il sostegno della Federazione e della Maremma. Alla fine sono riuscita a regatare proprio come avrei voluto. Ho passato dei bei momenti, soprattutto mi sono divertita a fare windsurf e questo è fondamentale nello sport e nella vita”.
“I momenti difficili non mancano, ne ho avuto diversi in questi anni e in questi giorni. E’ stato importante avere sempre persone positive intorno a me, in certi momenti è determinante avere vicino gente con il sorriso, in grado di smussare le giornate negative”.

Il futuro
“E’ stata la mia ultima regata? Potrei dire istintivamente di si. Dopo l’arrivo mi sono buttata a mare e sono andata a nuoto a raggiungere gli amici della federazione sul molo, la tavola stava andando sugli scogli e non mi importava nulla. Ne riparleremo. In questo momento non penso al futuro, a un’altra Olimpiade. E’ vero che ogni volta dico: basta, basta, basta e poi ricomincio. Vedremo. Per ora voglio solo godermi questo momento, tornare a casa, festeggiare con la famiglia e con gli amici. Prendermi una lunga vacanza, magari fare surf da onda in qualche spiaggia esotica”.
“E’ duro restare ai vertici di uno sport così a lungo, per cinque Olimpiadi, oltre vent’anni. Mai dire mai, ma è veramente difficile restare competitivi dopo venticinque anni di carriera sportiva, avendo molte avversarie di oggi che hanno meno di vent’anni. Ho visto anche le mie amiche, praticamente coetanee, Jessica Crisp e Barbara Kendall. Un po’ mi dispiace vedere che il tempo passa, perché mi piacerebbe continuare a regatare contro di loro, le mie avversarie di sempre. Ma sono anche contenta: volevo diventare una sportiva e ci sono riuscita”.

La parola a Sergio Gaibisso
“La gioia e la soddisfazione sono enormi, così come l’emozione. E’ stata una Medal Race difficile e anche in questa, come nel caso più clamoroso del 49er, c’è stata una protesta di mezzo che ha danneggiato la nostra atleta. Senza la penalità la spagnola sarebbe arrivata terza e Alessandra sarebbe stata medaglia d’oro. Ma nessuna recriminazione, Alessandra ha fatto il massimo vincendo la finale e facendo vedere a tutti di che pasta è fatta. Il futuro? E’ nelle sue mani, credo che adesso voglia soprattutto riposarsi, rigenerarsi. Poi sarà lei stessa a valutare i programmi, le ambizioni, le possibilità. E’ tutto futuribile, per adesso godiamoci questa medaglia che ci ripaga di tanti sacrifici e di qualche amarezza. E tanto per guardare al futuro immediato, ho chiesto anche ad Alessandra di venire alla Coppa Primavela, dove vogliamo presentare le nostre medaglie ai giovanissimi velisti”.

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