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A poche ore dall'inizio delle regate, a Qingdao è scoppiato un caso attorno al particolare gennaker presentato da Mitch Booth e John Lovell,...

Pechino 2008 – Qingdao – Nemmeno il tempo di iniziare a regatare che a Qingdao è già scoppiato il primo caso di un certo interesse, divenuto argomento di discussione tra i velisti di tutte le classi, divisi tra chi storce il naso, interrogandosi sulla regolarità dell’ardita soluzione, e chi commenta non senza ammirazione nei confronti dei protagonisti. A finire sotto i riflettori sono stati due equipaggi della classe Tornado, tra questi quello del due volte medagliato Mitch Booth, pronto a lottare per un nuovo alloro accanto a Pim Nieuwenhius.
Come annunciato alcuni giorni prima della partenza per Qingdao – indiscrezione ripresa anche dall’ISAF con un articolo apparso sul sito ma catalogata dai più come cosa di poco conto – il team olandese e quello statunitense – Lovell-Ogletree, argento ad Atene 2004 – hanno in animo di prendere parte alle regate a cinque cerchi utilizzando un gennaker “sui generis”, sviluppato appositamente per le arie leggere della location eletta a teatro delle manche cinesi. In pratica, pur essendo confezionata in nylon, questa vela ricorda un Code Zero: è magrissima ed è molto più piccola – circa sette metri quadri – rispetto a quella consentita dal regolamento di stazza del catamarano olimpico.
Un profilo studiato in gran segreto dal velaio della Ullman Sails Italia, Jay Glaser, e testato da olandesi e statunitensi assieme alla squadra di Porto Rico nel corso di sessioni di allenamento svolte lontano da occhi indiscreti. Secondo quanto si è appreso, la vela è nata per poter essere utilizzata di bolina con venti sino ai dodici nodi e dovrebbe garantire un vantaggio tale da rendere quasi ininfluente la perdita di velocità generata dalla minor resa alle portanti.
“Nei test effettuati prima di venire in Cina – ha dichiarato Mitch Booth, australiano di nascita – abbiamo ottenuto risultati strepitosi. Con cinque-sette nodi d’aria, mentre gli avversari stavano seduti sopravento avanzando lentamente, il nostro catamarano ha dimostrato un passo incontenbile e noi eravamo belli schienati al trapezio”.
Circa il rischio di improvvisi colpi d’aria, Booth si è detto molto tranquillo: “Possiamo sopravviver senza problemi con venti medio-forti, ma il bneficio è tale con arie leggere che il problema sull’utilizzo o meno di questa soluzione neanche si pone. Non dimentichiamo, comunque, che non ci aspettiamo certo vento forte durante questa edizione dei Giochi, altrimenti non avremmo preso questa direzione”.

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