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Due prove per cominciare ad assaporare l’aria della laguna. E’ così che Venezia ha accolto i 103 partecipanti alla Dinghy 12 World Cup che...

Venezia – Due prove per cominciare ad assaporare l’aria della laguna. E’ così che Venezia ha accolto i 103 partecipanti alla Dinghy 12 World Cup che la Compagnia della Vela organizza da oggi a sabato 4 giugno con la collaborazione di Associazione Velica Lido, Circolo della Vela Mestre, Circolo Nautico Chioggia e Vento di Venezia. L’evento internazionale ha richiamato atleti provenienti da undici nazioni: Canada, Francia, Germania, Giappone, Inghilterra, Italia, Olanda, Polonia, Slovenia, Svizzera e Turchia.

Mattinata dedicata al perfezionamento delle iscrizioni – un’operazione ritardata a causa dello sciopero di ieri, che ha impedito ad alcuni regatanti di raggiungere il Lido per tempo – e quindi segnale di tutti in acqua per raggiungere il campo situato nel tratto di laguna tra l’Isola di Poveglia e la bocca di Malamocco.

Abbiamo raggiunto un grande risultato in termini di partecipazione – ha affermato Giuseppe Duca, direttore sportivo della Compagnia della Vela – ma imponente è la macchina organizzativa dispiegata: i regatanti hanno lasciato carrelli di alaggio e l’attrezzatura al Lido e l’hanno trovata pronta a terra nel campo di calcio dell’Isola di S. Giorgio, che da oggi diventa ufficialmente la base logistica di questo campionato“.

In acqua il Comitato ha dovuto ritardare la partenza prevista originariamente per le 14. Alle 14.30 infatti è stato dato il primo start per i dinghy classici. Linea lievemente favorevole in boa: la pressione del gruppo fa si che troppi scafi vengano colti in partenza anticipata. Il Comitato sceglie di ripetere la procedura e questa è la volta buona. Il chioggiotto Massimo Schiavon forza i tempi e verrà squalificato; peccato la sua regata lo aveva portato ai vertici della flotta.

Dieci minuti dopo i moderni (barche in vetroresina e legno e vetroresina) si avviano sul campo. La loro partenza è regolare e la testa viene presa velocemente da Andrea Bortoluzzi, tallonato però da Riccardo Pallavidini, dal monfalconese Marco Durli e dal mestrino Giuseppe Baron.

Le due flotte classica e moderna si incrociano nelle acque dominate dalle splendide rovine del campanile di Poveglia. Il vento cala e gira di qualche grado sulla destra. Sembra di assistere ad un balletto di virate e strambate, magico nella giornata uggiosa, che fortunatamente non ha riservato nemmeno una goccia di pioggia.

All’arrivo il podio degli scafi in legno è composto dal romano Giorgio Pizzarello, che s’impone anche in fatto di look: calzone blu, camicia azzurra a righe e immancabile toscano acceso appena la regata si conclude. Alle sue spalle l’olandese Jeroen De Groot e l’olimpionico Emanuele Ottonello. Tra i moderni vittoria di Riccardo Pallavidini, seguito dal chioggiotto Fabrizio Brazzo e da Marco Durli.

Poco dopo l’arrivo dell’ultima imbarcazione il Comitato sposta lievemente il campo di regata per allontanarsi dalla costa dell’Isola di Poveglia e seguire la rotazione a destra del vento, che da levante vira a scirocco.

La seconda prova comincia con due partenze regolari sia per i classici, sia per i moderni. Sarà una lotta a leggere meglio le buone e le scarse, a gestire la corrente e le coperture generate dalle numerosissime barche presenti sul campo.

Alla fine tra i classici bissa il successo Giorgio Pizzarello, che si impone sul padrone di casa Marino Barovier, portacolori del circolo organizzatore, ed Emanuele Ottonello. Nella classifica dei moderni bella prova del chioggiotto Fabrizio Brazzo, seguito da Marco Durli e Riccardo Pallavidini.

Da segnalare la presenza sul campo di Enrico Papa, volto noto televisivo con la serie Un Posto al Sole.

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