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In vista del Campionato Italiano 2011, che si terrà a Ravenna dal 14 al 17 luglio, la classe Platu 25 italiana ha già registrato...

Ravenna – In vista del Campionato Italiano 2011, che si terrà a Ravenna dal 14 al 17 luglio, la classe Platu 25 italiana ha già registrato una stagione fantastica. Primo Cup e Alpen Cup vinte da Nanuk, armata da Gianrocco Catalano e Giuseppe Tesorone, e poi l’en plain con Euz II, armata da Francesco Lanera che, in due settimane, ha vinto la seconda tappa dell’Alpe Cup e il Mondiale Platu25 di Gdmunden.

Un equipaggio nato sotto una buona stella, dall’incontro di un armatore, Francesco Lanera, ed un velista-velaio quotatissimo, Sandro Montefusco. I risultati sono stati fantastici. I responsabili della comunicazione della classe italiana hanno incontrato gli artefici di questi successi, Francesco e Sandro, per una bella intervista doppia.

D: Com’è stata l’esperienza mondiale?
FL: Bellissima, devo essere sincero. Ora che è finita mi rendo conto che dal momento in cui Sandro mi ha detto che accettava di timonare la barca, sono passato a sognare. Posso dire di essere fortunato, e questi sogni si sono avverati. Sai quando hai la sensazione che stai lavorando bene e che, passo dopo passo, si sta concretizzando tutto? Sono mesi che ci stiamo lavorando, anche questo il motivo della tensione che è esplosa l’ultimo giorno. Dal punto di vista umano, tutti i ragazzi, amici, con cui si è formato un gruppo e visto i risultati, nessuno dimenticherà gli altri.

SM: Bella, ovviamente, abbiamo fatto questo gruppo nuovo, con cui abbiamo fatto giusto l’alpen cup prima, non avevamo un rodaggio esagerato, la preparazione dell’equipaggio può essere stata meno importante, non c’erano condizioni di vento particolarmente intense, è stato facile trovare feeling fra di noi, Markus aveva già fatto regate su quel lago, tutto è servito, velocità buona, la barca e l’equipaggio.

D: Sandro, Finalmente una vittoria Mondiale! Vigo ti aveva regalato un terzo posto, cosa è cambiato da allora, ed in cosa questo titolo è diveso dagli altri della tua carriera?
SM: È il titolo più recente, è il più fresco, fra i titoli a cui tengo di più, che per il resto sono quelli delle classi olimpiche. Questo è quasi un po’ inaspettato, pensavo che gli spagnoli fossero un po’ più forti, anche se si sono rivelati avversari di tutto rispetto. Pensavamo fossero un pelo sopra di noi, ma la nostra forza è stata che siamo riusciti a rimanere molto regolari, Mundo Marino ha fatto diversi primi, ma è andato anche molto male. Noi siamo stati premiati dalla costanza, che si è rivelata determinante in questo Mondiale.

D: Continuerà questa collaborazione?
FL: Assolutamente sì, se Sandro me ne darà la possibilità, e so che ne sarebbe felice anche lui. Gli ho dato carta bianca per equipaggio, vele, questo è il merito dell’armatore, il resto lo ha fatto lui, e noi ciascuno per le proprie competenze.

D: Francesco, hai vinto l’Alpen Cup e, dopo una settimana, il Mondiale Platu 25. A luglio ci sarà il Campionato Italiano. Che programmi ha Euz II?
FL: Una parte dell’equipaggio, quello italiano, sarà confermato, Sandro purtroppo ha impegni concomitanti che già conoscevo, ma stiamo preparando una barca per ben figurare, non abbiamo velleità né aspettative.

D: Sandro, fra i partecipanti, chi pensavi avesse le carte per vincere?
SM: Le barche spagnole erano quelle più preparate, fanno un’attività più intensa, e fra i favoriti che avevamo trovato all’Alpen Cup c’erano gli austriaci, che avevano una bella velocità, ma poi al mondiale sono stati deludenti. E poi c’era l’altra barca italiana Nanuk, timonata da Ravioli, che è stata sempre lì, ci sarebbe piaciuto averli con noi sul podio, ma poi all’ultima non hanno girato bene, tifavamo per loro, perché sono italiani, e perché avevano le vele nostre.

D: Ancora una domanda per Sandro Montefusco, campione polivalente, che abbiamo potuto apprezzare sulla vela a 360°, come si è trovato sul Platu 25?
SM: Il Platu 25 è una barca divertente, per regatarci, ci sono poche differenze sia in bolina che in poppa, le regate sono tutte molto ravvicinate, come per tutte le barche è importantissimo muoversi bene con l’equipaggio. E’ una barca molto sensibile, è importante la bella coordinazione, questo da una marcia in più.

D: Francesco, questa bellissima esperienza, come l’hai definita, cosa ti ha insegnato?
FL: Che quando le cose si desiderano, perché si avverino ti devi dare da fare, e poi è ovvio che fortuna, circostanze, spesso fanno la differenza. Tutto questo è stato possibile, a parte grazie agli sponsor, anche grazie ai sacrifici a cui ho sottoposto tutta la famiglia, dalla mia compagna ai miei figli, ai quali ho sottratto tutto il tempo che ho dedicato alla barca, sono quelli a cui dedico questa vittoria.

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