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A poche settimane dall'inizio della Volvo Ocean Race, lo skipper di Equipo Telefonica, giunto alla sua sesta partecipazione, parla del suo team, delle sue...

[singlepic=375,250,170,,left]Equipo Telefonica – Alicante – Con cinque partecipazioni al suo attivo, Bouwe Bekking è senza alcun dubbio uno dei velisti che vanta la maggior esperienza nell’ambito della Volvo Ocean Race. Nato a Deventer, in Olanda, nel giugno del 1963, è uno dei fautori della nuova sfida lanciata da Telefonica Movistar, colosso iberico nel mondo della telecomunicazione. A poche settimane dall’inizio della Volvo Ocean Race 2008-2009, Bekking ha fatto il punto della situazione e ha parlato del suo team, presente all’evento con due imbarcazioni.

Un team, due barche, due cantieri. Come mai avete costruito Telefonica Blue e Telefonica Black in posti differenti?
Inizialmente, l’idea era quella di costruire un solo scafo e utilizzare il vecchio Brasil 1 come secondo scafo. Fortunatamente, Pedro Campos ha trovato i fondi per poter realizzare una seconda imbarcazione ma a quel punto, il cantiere di Alginet, dove i lavori della prima unità erano in fase avanzata, non aveva lo spazio necessario per poter mettere in produzione un’altra barca. Ecco spiegato il perchè, alla fine, ci siamo rivolti alla neozelandese Southern Ocean Marine. 

Ci sono differenze tra le due barche?
Le barche sono identiche. Ci sono piccole differenze nei materiali, ma solo perchè il cantiere neozelandese si è rivolto a fornitori diversi.

Cos’è cambiato tra i VOR 70 della precedente edizione e quelli più attuali?
L’esperienza del passato ha insegnato molte cose sia a noi che ai progettisti. Essendoci mossi per tempo, abbiamo potuto siglare un accordo di esclusiva con la la Farr Yacht Design che ci ha permesso di avere accesso a molte più informazioni di carattere tecnico, di svolgere un maggior numero di test in vasca e approfondire maggiormante la ricerca. Tutto ciò a portato a barche decisamente più performanti.

Cosa pensi del nuovo percorso?
A creare grossi problemi sarà senza dubbio il caldo. Gran parte della regata si svolgerà a cavallo dell’Equatore: all’interno delle barche raggiungeremo temperature prossime ai cinquanta-sessanta gradi che renderanno impossibile riposarsi a dovere. Comunque, sarà lo stesso per tutti: ci sarà da soffrire.

Per te sarà la sesta partecipazione a questa regata che offre condizioni estreme e situazioni uniche. Cosa ti piace della Volvo Ocean Race?
Il lavoro di squadra. Si è in dieci, e in dieci si deve lottare contro gli elementi.  Voglio dire che essere un ottimo velista, non basta. Per ambire al successo devi mettere insieme un buon team, fatto di gente pronta a fare sacrifici. E poi, ovviamente, amo ciò che della Volvo Ocean Race costituisce la base: la navigazione in oceano. Quale altra regata ti permette di navigare giorni e giorni a venti-venticinque nodi?

Qual’è il ricordo della Volvo Ocean Race che custodisci più gelosamente?
Nell’ultima edizione, due giorni prima di doppiare Capo Horn navigavamo di notte con trenta-trentacinque nodi di vento e sei-sette metri di onda sotto un cielo incredibilmente terso e con la luna piena. Tutto era sotto controllo e la barca volava a velocità incredibili senza eccessive sollecitazioni. E’ stata un’emozione unica, difficile da trasmettere a parole a chi non ha mai potuto vivere esperienze del genere. Forse è proprio per vivere situazioni del genere che si decide di rimettersi sempre in gioco e tornare alla Volvo Ocean Race.

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Intervista a Bouwe Bekking. Video courtesy www.equipotelefonica.es.

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