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Dopo una sola settimana di mare, la quarta tappa della Global Ocean Race pare avere già un dominatore: Cessna Citation, leader della classifica provvisoria,...

Oceano Atlantico – Dopo una sola settimana di mare, la quarta tappa della Global Ocean Race pare avere già un dominatore: Cessna Citation, leader della classifica provvisoria, ha rotto gli indugi e se n’è andato. Financial Crisis, che lungo la risalita della costa sudamericana è secondo, accusa un ritardo superiore alle cento miglia. Conscio di poter fare ben poco per ostacolare la fuga del Class 40 di Conrad Colman, Marco Nannini e Sergio Frattaruolo preferiscono guardarsi le spalle da chi insegue: l’obiettivo è il secondo posto assoluto.

Gli utlimi due giorni sono stati tutt’altro che facili, man mano che ci avvicinavamo alla piattaforma continentale al largo di Cabo Frio, vicino a Rio de Janeiro, la corrente Brasiliana che spazza da nord a sud si è intensificata, sollevata dalle profondità del mare in prossimità del gradino che porta i fondali da migliaia di metri e meno di cento nello spazio di poche miglia. La corrente arriva a quasi due nodi e con una previsione di bonaccette e venti leggeri il problema non era da poco“.

Ci si è presentata dunque una difficile scelta da fare, buttarsi sottocosta in acque basse dove la corrente si attenua o all’opposto andare al largo dove i fondali tornano ad essere di migliaia di metri e la corrente appena si sente. Abbiamo optato per questa seconda scelta, con un bordo a perdere di mezza giornata, un investimento per il futuro che nel frattempo ci ha però visto passare da secondi a terzi con il team sudafricano che macinava miglia fino a mettere la barca quasi in spiaggia per ripararsi dalla corrente. La nostra scelta era complicata anche dalla presenza di dozzine di piattaforme petrolifere al largo del Brasile ed in particolare una zona dove sono così vicine fra loro che avventurarsi con bonaccia e corrente poteva diventare rischioso. Infatti è interdetta la navigazione a meno di mezzo kilometro da ognuna di esse e fare lo slalom in pochi nodi di vento sarebbe stato impossibile“.

Ieri quando il vento è calato fino a pochi nodi abbiamo lottato per ogni centimetro. Sembrava di essere già arrivati al pot au noir, la zona di convergenza intertropicale caratterizzata da condizioni simili, bonaccia, nuvole con groppi di pioggia e vento improvviso, seguito da ariette incerte fino alla prossima nuvola. Tanta fatica riuscendo a guadagnare pochissime miglia per volta“.

Ad ogni aggiornamento delle posizioni dovevamo tenere le dita incrociate e spereare che la situazione fosse egualmente complicata per gli altri. Nella notte, finalmente, il nostro investimento ha iniziato a dare frutti ed abbiamo ri-superato i sudarficani ma è una vera “guerra fra poveri” con velocità fra i tre e i quattro nodi e anche ora che scrivo la situazionie non è ancora migliorata, per fortuna noi non abbiamo corrente contraria, mentre credo sottocosta stiano pagando un pò“.

Non rimane che continuare muniti di tanta pazienza. Avanti a noi Cessna e riuscita a svincolarsi dalle ariette e man mano si allontana, ma per noi rimane la regata contro le altre due barche identiche alla nostra, quella degli olandesi su Sec.Hayai e quella dei sudafricani su Phesheya“.

Per seguire la regata sul tracking clicca qui.

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