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Riportiamo alcune dichiarazioni rilasciate da Mike Sanderson, skipper di Team Sanya, in occasione di un'intervista svolta poco prima della presentazione ufficiale a Pechino del...

Alicante – Riportiamo alcune dichiarazioni rilasciate da Mike Sanderson, skipper di Team Sanya, in occasione di un’intervista svolta poco prima della presentazione ufficiale a Pechino del nuovo sfidante cinese alla Volvo Ocean Race 2011-2012.

L’obiettivo è che la Cina venga vista come una nazione che può dare qualcosa alla navigazione oceanica. Quando mi è stato chiesto se ero preparato ad affrontare questo progetto, naturalmente ho dovuto vedere la cosa in termini più ampi, e vedere quali sarebbero state le vere sfide. E, per me, ciò significa fare dele buone cose con un team che nessun altro crede possa farcela“.

Si tratta anche di sviluppare la visibilità della vela in Cina attraverso la spinta data dalla Volvo Ocean Race. Non posso negare che questo è un primo passo verso una futura partecipazione nella prossima regata con un’alternanza di velisti cinesi a bordo e nel team di terra, per far crescere la cultura velica in Cina. Il budget che abbiamo a disposizione ci permetterà di dare un primo lancio dell’evento, ma cercheremo di fare del nostro meglio già in questa edizione del giro, per stimolare una maggiore partecipazione nelle nuove generazioni“.

D: Quanti velisti cinesi saranno imbarcati?
MS: “L’idea è di avere un team di cinesi imbarcati a rotazione. Ci piacerebbe poterne avere quattro, ma ce ne sarà almeno uno. Puntiamo ad avere tre o quattro atleti nell’equipaggio, e una o due a bordo contemporaneamente. Di certo non si tratterà dell’MCM (il componente dell’equipaggio addetto alla comunicazione) perché abbiamo necessità che i velisti cinesi siano di fronte e non dietro alla telecamera, perché ne abbiamo bisogno per fare in modo che il pubblico cinese ci segua”.

D: Che barca utilizzerete?
MS: “Mi piacerebbe poterlo dire. Siamo ancora in fase di definizione, abbiamo verificato tutte quelle che hanno preso parte alla scorsa edizione. Puntavamo su Ericcson 4, ma abbiamo dovuto verificare esattamente cosa ci serve per fare bene in questa regata. Una delle opzioni era di prendere lo scafo vincitore dell’ultima edizione per fare punti, un’altra di trovare un mezzo per salire sul podio in tutte le condizioni. Attualmente stiamo vagliando ogni possibilità e c’è un valido candidato alla scelta finale. Annunceremo la nostra decisione fra una decina di giorni”.

D: E dell’equipaggio cosa può dire, si è sentito parlare di un componente irlandese…
MS: “E’ ancora molto presto per poter fare dei nomi, ma siamo verificando ogni possibilità. Prendere 10 velisti ora, avrebbe rivelato le nostre carte. In ogni caso abbiamo bisogno di un buon mix di esperienza, di velisti sotto i trent’anni e di cinesi. E’ molto probabile che ci sia un irlandese a bordo. E’ ancora presto ma abbiamo fatto una selezione e poter contare su questi nomi sarebbe fantastico, si tratta però di incastrare tutti i tasselli e far funzionare il tutto. Abbiamo una gran voglia di arrivare a Galway, perché speriamo che il benvenuto sia come quello che era stato dato a Green Dragon”.

D: E’ una campagna per una o due edizioni?
MS: “Buona domanda. Ho sempre dei dubbi quando i team annunciano due partecipazioni prima di averne fatta almeno una, tuttavia credo che questa sia una campagna con aspirazioni molto più alte per il poco tempo che abbiamo a disposizione. Non siamo in grado di costruire una barca nuova per questa edizione e abbiamo fatto molta attenzione al budget per non fare passi falsi. Il progetto è di lavorare su una versione uno e poi su una due, ma per ora siamo totalmente focalizzati su questa campagna“.

D: Lei ha vinto due volte, quali crede siano le qualità necessarie per un team vincente?
MS: “La Volvo Ocean Race è una regata fatta di persone, e io dico sempre che sono i velisti veloci a fare le barche veloci. Per quel che riguarda ABN Amro, siamo stati tanto fortunati da vincere, un team che ha creato una barca e l’ha portata come si doveva. Le persone sono sempre state al centro della Volvo Ocean Race e non ci sono dubbi che sarà così anche per questa edizione. Sono certo che se si mettessero in fila tutti i velisti della Volvo Ocean Race non se ne troverebbe uno solo scontento. Si tratta di mettere insieme un gruppo di persone che vogliano lavorare insieme, questa volta o la prossima, ma che abbiamo lo stesso sogno“.

D: Quanto competitiva pensa possa essere una barca di vecchia generazione?
MS: “Dobbiamo fare molta attenzione alle modifiche da apportare, ma abbiamo senza dubbio un vantaggio sul peso di bulbo e chiglia. Quello a cui abbiamo pensato è: Ericsson 4 era molto veloce in partenza, il Mostro e Telefónica erano veloci con le arie leggere. Quindi dobbiamo lavorare sui modelli meteo per vedere quali sono le caratteristiche ideali. Le cinque barche nuove sono state pensate per avere velocità di punta alte, con le restrizioni al numero di vele potrebbero esserci grandi differenza, questa volta. La prossima Volvo Ocean Race sarà sicuramente la più combattuta mai vista se si comparano i team, è difficilissimo fare distinguo fra le barche. Perciò noi dovremo probabilmente posizionarci in maniera differente. Vuol dire che dovremo cogliere le occasioni, quando un altro team può incappare in una tappa sfortunata. Quando mi hanno chiesto se potessimo essere comparati a un piccolo team di Formula 1, che si sposta per lasciar passare i team maggiori, ho risposto no“.

D: Pensa di poter coinvolgere qualcuno dei velisti di ABN Amro? E’ una cosa semplice?
MS: “La tempistica gioca a nostro favore perché ci sono molti più velisti di Coppa America in giro. I veterani della Volvo Ocean Race stanno invecchiando, ma i ragazzi di ABN Amro e Illbruck sono ancora nel gioco, quindi c’è un buon numero di persone fra le quali scegliere, mi sono stupito di quante siano io stesso. Almeno cinque o sei timonieri di ABN Amro potrebbero rifare la regata e un timoniere veloce significa molto. Sono molto contento di vedere quanti siano disponibili a correre la Volvo Ocean Race“.

D: Quando pensate di arrivare in Europa?
MS: “Se riusciamo a combinare le cose per tempo, ci piacerebbe partecipare al Fastnet, la costa meridionale dell’Inghilterra sarebbe anche una buona base per prepararsi alla partenza. Ma non abbiamo ancora affrontato il problema in dettaglio, per ora. Prima di tutto dobbiamo comprare la barca e fare i lavori necessari. Sarebbe ottimo poter avere la barca pronta persino una sola settimana prima“.

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