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Pubblicato dal Comitato Olimpico Internazionale un documento teso a regolamentare l'utilizzo dei blog personale da parte degli atleti. Una serie di norme che, di...

Pechino 2008 – Roma – Immaginiamo. Strani movimenti al Villaggio Olimpico: un velista qualsiasi vede un collega straniero appartarsi con una non meglio identificata collega. Decide, senza fare nomi, di raccontare il divertente episodio sul proprio blog: argomento frivolo, riportato più per concedersi un momento di svago che per abbandonarsi al pettegolezzo. Ebbene, si trovi, il soggetto in questione, un modo diverso per spezzare la tensione, perchè a Pechino, i diari online “non dovranno in alcun caso contenere interviste o storie inerenti altre persone accreditate”.
Chi lo dice? Basta leggere la IOC Blogging Guidelines per capire che alle prossime Olimpiadi la libertà sarà limitata pure sul web. A fare le spese di questa reprimenda istituzionale, tesa ad imbavagliare ciò che non si può eliminare, saranno anche i giornalisti.
Il documento parla chiaro e sarà considerato legge a partire da otto giorni prima sino a tre giorni dopo la manifestazione cinese: una chicca firmata dal Comitato Olimpico Internazionale, che ben si sposa con i limiti imposti all’informazione oggi come oggi vigenti in Cina.
Al di là dei divieti, il dispositivo spiega ben poco. No a inteviste o ad articoli su altre persone accreditate. No alla diffusione di informazioni confidenziali o private su terzi. No ai diari scorretti o di cattivo gusto. Quello che sembra uno strumento istituito per proteggere la privacy degli atleti, rasenta la censura laddove non  specifica alcun metro di giudizio chiaro.
Per quanto riguarda i supporti audio e video il divieto è totale. Oltre alle gare, già tutelate dai diritti esclusivi, un atleta che avrà l’onore di presenziare alla cerimonia di apertura, di chiusura o alle premiazioni e che dovesse utilizzare una telecamera per riprendere l’evento, non potrà in alcun modo divulgare il filmato acquisito. Un divieto che si estende a tutto, siti di allenamento, villaggio e centro stampa compresi. Un piccolo contentino è previsto per gli inguaribili amanti del web: questi potranno inserire fotografie, a patto che non riguardino gare, cerimonie e, men che meno, premiazioni.
Banditi – a questo punto, non c’era nemmeno bisogno di specificarlo – pop-up, banner espandibili e pubblicità che superino il quindici per cento dello schermo.
Addirittura il termine olympic viene contingentato: infatti non può apparire nel dominio (nomecognomeatletaolympic.com) ma, viva la libertà, può essere ineserito nei sottodomini.
Pena per chi trasgredisce? Oltre allo scontato ritiro dell’accredito, documento che da questi Giochi vale anche come passaporto – agli atleti italiani saranno riservati due banchi check-in dell’aeroporto di Roma – chi venisse colto in fallo sarà perseguibile anche a titolo personale.
Tutto qui? Per ora si, ma, conclude il documento, saranno benvenute restrizioni ulteriori decise dai Comitati Olimpici Nazionali.

Per consultare il documento clicca qui.

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