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Riportiamo una notizia pubblicata poco fa sul sito internet del Corriere della Sera: "Dalla collina della chiesa di Sant’Erasmo o dai bastioni di Forte...

Vela e burocrazia – Porto Santo Stefano – Riportiamo una notizia pubblicata poco fa sul sito internet del Corriere della Sera:

Dalla collina della chiesa di Sant’Erasmo o dai bastioni di Forte Stella guardare il porticciolo è sempre uno spettacolo. Che diventa un trionfo estetico quando il sole si diverte a brillare nell’acqua e il riverbero crea effetti di luce sulle barche bianche, gli yacht e i velieri ormeggiati sui pontili, una decina, che si allungano nell’insenatura di Porto Ercole.

“Quando arriva la buona stagione ci sono più di mille barche ormeggiate – racconta Fabrizio Palombo, agente marittimo – un tesoro per l’economia dell’Argentario che ora rischia di essere cancellato per sempre. Peggio di uno tsunami”.

Lo tsunami di Porto Ercole non è un’onda anomala, bensì una sentenza del Consiglio di Stato, da molti invocata da decenni, che ha dichiarato nulle le concessioni dei pontili. Con un risultato shock: gli approdi sono diventati abusivi e potrebbero essere sequestrati da un momento all’altro.

I giudici amministrativi hanno dato ragione alla società Marina Management di Leonardo Ferragamo che aveva denunciato irregolarità nelle concessioni demaniali sui tratti di mare dove far galleggiare i super redditizi pontili. Diritti che, da mezzo secolo, sono nelle stesse mani e vengono ereditati da figli e nipoti. Con guadagni redditizi: anche cinquanta volte la cifra (circa 7.000 Euro) spesa per la concessione annuale. Un sistema che, tra critiche e accuse di violazione delle più elementari norme del libero mercato, si è protratto sino a quando è arrivata la sentenza-maremoto e insieme ad essa le nuove normative dell’Unione europea. Insomma, a Porto Ercole, ma anche a Porto Santo Stefano (altri 600 posti barca) si rischia lo sgombero delle barche e la paralisi dell’economia locale. Temono di perdere il lavoro i vecchi proprietari dei pontili, hanno paura di dover trovare altri posti barca i loro affittuari, imprenditori, politici e parlamentari, magistrati, funzionari ministeriali. Ma c’è anche chi, rimasto fuori da anni dalla gestione dei pontili, spera in una svolta verso un mercato “realmente libero” in linea con le disposizioni dell’Unione europea.

Anche il sindaco di Monte Argentario, Arturo Cerulli, professione ingegnere nucleare, è convinto che le cose dopo anni di immobilismo debbano cambiare: “Io non sono contrario a riconsiderare il sistema delle concessioni e credo che sia arrivato il momento giusto – spiega – però allo stesso tempo bisogna cercare di salvare il salvabile. Le sentenze vanno rispettate e così le indicazioni dell’Ue, però è indispensabile avere una proroga per agire in via transitoria, un po’ come è avvenuto per le concessioni degli stabilimenti balneari. Non si può rischiare che l’Argentario resti senza posti barca”.

Non mancano le critiche al Comune: “A Porto Santo Stefano le concessioni demaniali sono scadute da un anno – spiega Palombo – e il Comune non ha fatto niente per affrontare il problema e aprire un tavolo di trattative. Noi pensavamo che, come è accaduto per gli stabilimenti balneari, tutto rientrasse nel decreto mille proroghe ed invece adesso scopriamo che non è così. E’ indispensabile, discutere, mediare, trovare una soluzione rapida. Anche perché già da ora si inizia a programmare per l’estate e senza pontili si rischia la crisi nera”.

Giuseppe Vergottini è il presidente dello storico e blasonatissimo Circolo Nautico e della Vela che ha sede nella vicina Cala Galera e che a Porto Ercole ha due pontili da oltre quarant’anni: “Abbiamo dieci marinai che lavorano per noi e il Circolo non ha scopi di lucro – dice – siamo estremamente preoccupati perché è a rischio l’economia dell’Argentario. Ho chiesto un incontro con il sindaco, anche noi speriamo in una proroga”.

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