Vela e velerie, Marco Augelli-Orange Sails: la sartoria del sailmaking
Breaking newsIn evidenzaVelaVelerie 12 Settembre 2024 Zerogradinord 0
Trieste – Classe 1972, triestino, Marco Augelli è da sempre a suo agio tra i salti di vento: già a 10 anni, infatti, navigava in Optimist a poca distanza dalle Rive, per ritrovarsi, oltre venti anni dopo, impegnato in una campagna Olimpica in Star (2008-2012). In mezzo e dopo, tante altre esperienze, spaziando dai ritmi serrati delle regate sulle boe, alle grandi classiche dell’altura internazionale.
Svariati i successi, come la conquista dei line honors alla Rolex Middle Sea Race, la vittoria assoluta al Marina Militare Nastro Rosa Tour oltre a diversi titoli nazionali – ben nove quelli ORC International – e internazionali.
Unendo l’impegno agonistico all’esperienza maturata navigando come comandante di prestigiosi maxi yacht su rotte atlantiche e mediterranee, Marco Augelli ha costruito un notevole bagaglio di esperienza che lo ha portato a rivestire il ruolo di tattico e team manager in equipaggi di rilievo e che gli ha permesso di raffinare l’esperienza nel sail design e nel lavoro di velaio, iniziato già a partire dal 1996.
Un know how sfruttato per fondare, nel 2016, la veleria Orange Sails, della quale è attualmente il CEO. Attività che è cresciuta, e si è ramificata, nel corso degli anni, invelando tanto one design e imbarcazioni nate per l’agonismo più estremo quanto derive – come Optimist, 420 – One-off e Maxi fino a 95’.
“Orange Sails si è oggi ritagliata uno spazio importante tra gli armatori che, in un mondo ormai globalizzato, sono alla ricerca del prodotto fatto su misura, realizzato impiegando le migliori membrane di produzione neozelandese di cui siamo concessionari esclusivi per l’Italia – spiega Marco Augelli, che aggiunge – Ogni vela prodotta presso i nostri loft nasce dopo un’attenta attività di consulting, tesa a individuare le reali necessità dell’armatore, valutando, oltre al tipo di barca, le specifiche dell’armamento e la destinazione d’uso primaria del manufatto che andremo a realizzare. Si tratta di un percorso ogni volta diverso ma sempre affascinante”.
D: Come nasce dal punto di vista tecnico una vela Orange Sails?
R: “Una volta terminata la fase di consulting iniziale si passa alla fase concettuale, seguita da quella di disegno che espletiamo ricorrendo ad AzureProject. Si tratta di una soluzione all’avanguardia per la progettazione delle vele: determinante per definire la disposizione e le fibre da utilizzare. Il programma restituisce un modello interattivo che consente di avere contezza immediata di ogni modifica strutturale”.
D: Seguite lo stesso processo per la produzione di ogni vela?
MA: “Ogni vela, sia essa pensata per il diporto, o per la regata, nasce così. A differenziare il progetto del manufatto racing è l’impiego del sistema SmartAzure, che considera l’iterazione tra il modello 3D e la variazione della regolazione del rigging che, come sappiamo, nel mondo delle regate viene variato dall’equipaggio a seconda delle condizioni meteo”.
D: Non è raro vedere i profili Orange Sails tra i “legni” d’epoca…
MA: “E’ un mercato che ci ha sempre affascinato, dove la qualità estetica della finitura, e la sua rispondenza ai criteri classici, conta quasi come l’efficacia e la longevità del profilo. Nel corso degli anni abbiamo seguito, e continuiamo a seguire, diversi clienti e ognuna delle vele realizzate rappresenta un mattone di preziosa esperienza specifica”.
D: Dal legno al carbonio e ai maxi yacht, nel caso di una veleria come Orange Sails il passo è breve.
MA: “Seguiamo un universo di armatori piuttosto variegato e questo è un bene perchè, spaziando tra diverse realtà, siamo pronti a cogliere le nuove tendenze e valutare con una certa costanza fibre e membrane di ultima generazione. Relativamente al mondo maxi, abbiamo seguito barche come Way of Life, già vincitore della Barcolana del 2019, e recentemente, abbiamo invelato il Southren Wind 95 Dharma con un gioco di vele interamente progettato e assemblato presso il nostro main loft di Trieste. Altro progetto che ci ha impegnato è stato quello relativo a Ekita, il Maxi Dolphin 62 già vincitore di molte regate con le sue vele in Lite Skin. Anche in questo caso i laminati EM2 sono stati di produzione kiwi“.
D: Dal grande al piccolo, anzi piccolissimo: vi siete recentemente proposti nel competitivo mercato Optmist…
MA: “L’Optimist è la prima barca di quasi tutti i velisti: è un mercato super competitivo, dove emergere rappresenta senza dubbio una sfida importante. Crediamo molto nel nostro profilo, che abbiamo chiamato Optimist Orange Hybrid: secondo i feedback di chi l’ha utilizzato si tratta di una vela equilibrata e veloce, ben rifinita e dalle ottime potenzialità con la quale abbiamo già vinto tre titoli nazionali e numerose regate di selezione in Europa. Una vera alternativa ai profili del momento. Inoltre oggi si stanno facendo notare, con molti primi di giornata nelle varie regate nazionali e un recentissimo secondo classificato al campionato italiano assoluto, le vele Orange Dynamic per la Classe 420“.
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