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La nuova classe pensata per la Coppa America accrescerà le possibilità dei challanger di portare a casa la Vecchia Brocca dalle mani del defender...

[singlepic=1488,250,170,,left]America’s Cup – Auckland – La nuova classe pensata per la Coppa America accrescerà le possibilità dei challanger di portare a casa la Vecchia Brocca dalle mani del defender Alinghi, almeno secondo l’opinione dello skipper del team svizzero Brad Butterworth.

Alinghi sta spingendo per organizzare la difesa del trofeo nel 2010, nonostante l’incertezza che circonda le sorti di un evento coinvolto in un’amara vicenda giudiziaria da quasi due anni.

La 33ma edizione era originariamente prevista per quest’anno, ma è stata messa in stand-by dopo che BMW Oracle Racing ha contestato la leggittimità del team spagnolo, riconosciuto da Alinghi come Challenger of Record. La controversia è destinata ad essere risolta davanti ai giudici della Corte d’Appello dello Stato di New York nel mese di marzo o aprile. In caso di sconfitta Alinghi potrebbe essere costretto a un Deed of Gift Match contro BMW Oracle Racing; in caso di vittoria, invece, si potrebbe giungere a un evento multi-challenger da disputare a Valencia l’anno prossimo.

Ad eccezione di BMW Oracle Racing, tutti gli sfidanti della 32ma America’s Cup sono tornati ad iscriversi, e insieme a loro altri otto sindacati. Alinghi presenterà le nuove regole di classe alla fine di gennaio, un regolamento nato dal lavoro dei designer incaricati di creare barche più leggere e veloci rispetto a quelle utilizzate nelle precedenti edizioni.

Migliori possibilità
“Per i debuttanti sarà la migliore chance di vincere la Coppa al primo tentativo – ha detto Butterworth rispondendo alla Reuters, vincitore di quattro edizioni della Coppa America – Il livello verrà pareggiato dal fatto che non sarà possibile utilizzare le vecchie tecnologie. Si parte da zero, da un nuovo concept. I vecchi dati, raccolti faticosamente in anni di lavoro e nel corso di infinite uscite in mare, non saranno utilizzabili”

Alinghi, fondato nel 2000, ha vinto la 31ma America’s Cup ad Auckland per la prima volta battendo 5 a 0 Team New Zealand nel 2003. Il sindacato svizzero ha poi difeso con successo il trofeo quattro anni più tardi, superando ancora una volta i kiwi.

“Bisognerà essere molto bravi nel rendere ogni parte della barca leggera e robusta: l’ottimizzazione delle imbarcazioni è un arte e ora si riparte da zero – ha aggiunto Butterworth – Per i team sarà l’occasione di mettere in acqua una barca e potrebbe capitare di vedere un ragazzo arrivare con uno scafo speciale in grado di dare la vittoria a un team che nessuno prende in considerazione”.

Un doppio colpo 
Butterworth ha affermato che l’accoppiata tra battaglia legale e recessione finanziaria ha rappresentato un doppio colpo contro l’evento: “Ha avuto un notevole impatto contro le persone che con la Coppa si guadagnano da vivere, il che è triste. In molti hanno perso il lavoro, l’intero evento è ridimensionato. Sono convinto che prima di quanto è accaduto, la maggior parte delle squadre avevano i budget a disposizione per ripartire. Il giudizio del tribunale ha poi rimesso il tutto in stand-by e ora, con l’aggravante della crisi finanziaria, il colpo è stato doppio. Credo che tutti abbiano paura di quale sarà il prossimo passo, perchè c’è una grande frustrazione nel tentare di riportare le cose a come erano nel 2007”.

Nonostante i problemi, Butterworth è convinto che tutto ciò rappresenta un nuovo capitolo nella storia dell’evento, che ormai si ripete dal 1851.

“Sono centinaia di anni che la storia si ripete uguale, dai tempi del Conte di Dunraven (che accusò il New York Yacht Club di barare nel 1895) a quelli di Michael Fay, protagonista della sfida con la Big Boat nel 1988”.


AMERICA’S CUP, BRAD BUTTERWORTH: “NEW BOATS HELP CHALLENGERS”
[singlepic=1489,250,170,,left][Source Reuters] The new class of boat to be introduced for the next America’s Cup will increase the chances of challengers wresting away the Auld Mug from holders Alinghi, according to the Swiss team’s skipper Brad Butterworth.

Alinghi are pressing on with plans to defend their trophy in 2010, despite the uncertainty surrounding the fate of an event that has been embroiled in a bitter courtroom saga for almost two years.

The 33rd running of the race was originally scheduled for this year but was put on hold after US rivals BMW Oracle Racing challenged the legality of the Spanish team recognised by Alinghi as the official challenger of record. The dispute is set to be resolved in a New York court in March or April which could mean Alinghi being forced into an America’s Cup match against BMW Oracle Racing alone, or being allowed to stage the multi-challenger regatta in Valencia next year.

All of the 32nd America’s Cup challengers, except for BMW Oracle Racing, have re-entered, along with eight new syndicates. New class rules are set to be announced by Alinghi at the end of January, with designers handed the task of creating a new boat that will be lighter and faster than previous editions.

Best chance
“It’s the best chance any of these teams will have of winning the cup on their first outing – four-times America’s Cup winner and New Zealander Butterworth told Reuters – It will level the playing field dramatically because you cannot use your old technology. This time it’s a new boat and a new design so you cannot use any of the old data that you have painstakingly gleaned over the years from hours and hours of sailing to get it.”

Alinghi, created in 2000, won the 31st America’s Cup in Auckland for the first time with a 5-0 win over Team New Zealand in 2003. The Swiss syndicate then successfully defended their trophy four years later with another victory over Team New Zealand.

“We get very good at making parts of the boat to be the lightest and strongest they can be: the optimisation of the boats are to a fine art and now you are starting from scratch – added Butterworth – It’s a good chance for these other teams to put a boat in the water and you can see maybe one guy comes up with a special boat and a team that you wouldn’t even consider might end up winning.”

Double whammy
Butterworth said the courtroom battles, coupled with the global financial downturn, had been a “double whammy” for the event.

“It has had an impact on the people who earn a living from it which is sad because a lot of people have lost their jobs and the whole thing is downsized – he said – I think that most of the teams would have got their funding in place before this happened. The court case has held it up and now it’s a double whammy with the uncertainty and the financial crisis. I think everybody is afraid of what the next step will be because overall there is a large frustration to try and get the thing back to how it was in 2007.”

Despite the turmoil, Butterworth believes it has added just another chapter to the colourful history of the event, which has been competed for since 1851.

“It’s been embroiled in this stuff for hundreds of years, even from Lord Dunraven’s time (Dunraven accused the New York Yacht Club of cheating in 1895) to Michael Fay’s challenge in the big boat in San Diego (in 1988) and now this, it’s always there.”

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