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Incontri e chiacchere all'ombra dell'America's Cup, giunta ad Auckland in compagnia di Tom Ehman e Russell Coutts, portavoce e CEO di BMW Oracle Racing,...

[singlepic id=5128 w=300 h=204 float=left]America’s Cup – Auckland – Incontri e chiacchere all’ombra dell’America’s Cup, giunta ad Auckland in compagnia di Tom Ehman e Russell Coutts, portavoce e CEO di BMW Oracle Racing, che la Vecchia Brocca l’ha vinta a Valencia alcune settimane fa.

Ehman e Coutts, quindi, che incontrano Bruno Troublé, Paul Cayard e Alessandra Pandarese per parlare del futuro, di quella 34ma edizione che dopo anni tornerà a disputarsi negli Stati Uniti. La Coppa in Europa, stando ai rumors, alle voci che rimbalzano lungo le banchine, resterà un ricordo legato ad Alinghi. Le idee del defender in tal senso sono piuttosto chiare e hanno portato a smorzare i rumors nati attorno a Newport nei giorni del trionfo valenciano.

A meno di improbabili ripensamenti, la prossima Coppa America si svolgerà nella ventosa San Francisco, nel tratto di mare compreso tra il Golden Gate Bridge e l’isola di Alcatraz. Un campo di regata da ritagliare tra le rotte mercantili che attarversano la baia. Uno specchio acqueo certo non infinito, ma poco importa, perchè la Coppa del futuro prenderà spunto dall’attuale formula del Louis Vuitton Trophy: regate brevi, adatte per la televisione, disputate con monoscafi lunghi all’incirca ottanta piedi, veloci di bolina, velocissimi al lasco.

Qualcosa che potrebbe assomigliare molto agli RC44 e che potrebbe essere dotato di doppio armo, per poter navigare quasi con ogni condizioni di vento, proprio perchè la TV ha bisogno di certezze e non può adattare i suoi palinsesti ai capricci di Eolo. E la TV, specie quella del futuro, avrà bisogno di immagini in alta definizione, di punti di vista unici ed esclusivi: da qui l’idea di prevedere l’installazione di telecamere e microfoni a bordo delle barche già durante la fase di costruzione. Un’idea che potrebbe trasformarsi in regola.

Quando tutto ciò? Nel 2013 o nel 2014, anche se, a ben vedere, tre anni per sviluppare una nuova classe sono più che sufficienti: del resto, dal lancio della classe IACC, avvenuto nel 1988, e il primo evento che la vide protagonista, il Mondiale del 1991, passò lo stesso lasso di tempo. Staremo a vedere. Nel frattempo una marcia di avvicinamento che nel 2011 vedrebbe i team utilizzare i vecchi ACC Versione 5 e nel 2012 il varo di una serie limitata di barche nuove, ispirate alla neonata regola, da impiegare nei vari eventi griffati Louis Vuitton per dare modo ai team di fare pratica e ai designer di continuare a lavorare nell’ombra.

Fin qui i rumors. Tra le quasi certezze il fatto che entro la metà di aprile – dopo ulteriori incontri tra BMW Oracle Racing e il suo Challenge of Record, Mascalzone Latino Audi Team – sapremo qualcosa di ufficiale e che il defender si misurerà con i challenger negli eventi preliminari, ma non nelle challenger selection series. E poi l’istituzioni di una Challenger Commision, organismo che dovrebbe garantire lo svolgimento di una Coppa America equa e competitiva per tutti e che dovrebbe nascere da una costola della World Sailing Team Association.

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