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La nomina di San Francisco a sede della 34ma America's Cup operata da Oracle Racing continua a muovere l'interesse dei principali organi di stampa....

America’s Cup – Roma – La nomina di San Francisco a sede della 34ma America’s Cup operata da Oracle Racing continua a muovere l’interesse dei principali organi di stampa. E’ di ieri l’intervento pubblicato sul blog dell’Espresso da Mario Scialoja, firma tra le più autorevoli del noto settimanele italiano che da tempo si occupa dei contenuti dello speciale Altomare.

Sin dalle prime righe appare evidente la posizione pessimistica di Scialoja che esordisce scrivendo: “Viene da pensare che il boss del defender (Oracle Racing) Larry Ellison e il suo factotum, Russell Coutts, siano due fintoni usi a messe in scena fasulle. Si sapeva già da tempo che l’accordo sarebbe stato fatto con la città del Golden Gate, ma i due si sono inventati una trattativa con Newport (Rhode Island) più che altro per alimentare un po di suspense e di curisità”.

Il giornalista dell’Espresso, torna sulla scelta della classe AC72, a suo modo di vedere assunta già all’indomani della vittoria ottenuta nelle acque di Valencia. A niente, in tal senso, sarebbbero serviti i meeting convocati nella città spagnola. Sempre riferendosi al binomio Ellison-Coutts, aggiunge infatti: “…la primavera scorsa avevano messo in scena a Valencia una specie di sessione di studi e di prove per decidere con quale tipo di barca si sarebbe fatta la corsa. Mentre i due avevano deciso già da tempo che la cosa più conveniente per loro era puntare su un grande trimarano ad ala rigida. Tipo di imbarcazione di cui possedevano molta esperienza e ampio bagaglio tecnologico visto che l’avevano già studiata e messa a punto (benissimo) per la sfida vincente contro il catamarano di Alinghi. Si può capire che in questo grande gioco, ormai prevalentemente finanziario-mediatico, si facciano i propri interessi, ma sarebbe più onesto non ammantarli di ipocrisia”.

Secondo Scialoja la 34ma America’s Cup fatica a raccogliere iscritti perchè “…è poco stimolante correre i cento metri contro qualcuno che ne ha già percorsi cinquanta”. Troppo il vantaggio tecnologico del Defender, cui si aggiungono “…i costi assai alti in periodo di crisi, una tecnologia complessa, un modo di regatare nuovo e, probabilmente, meno agonistico e spettacolare (contrariamente a quanto asseriscono con forza Coutts e Ellison)”.

Davvero difficile credere alla parole di Larry Ellison che “…ha espresso… il suo grande, inattendibile, ottimismo: prevedendo che gli sfidanti saranno una quindicina. Se avrà ragione, tanto di cappello”. Più facile che si realizzi la previsione del CEO di Artemis, Paul Cayard “…secondo lui, alla fine, gli sfidanti potranno essere sette o otto. Una previsione assai più ragionevole, ma, allo stato delle cose, leggermente ottimista anche questa”.

Posizioni, quelle di Scialoja, piuttosto vicine a quelle espresse da buona parte parte della stampa internazionale e dai lettori più attenti che, tanto in Italia quanto all’estero, non mancano di esprimere la loro opinione commentando quando scritto dagli opinionisti di turno.

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