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Rio 2016, la debacle azzurra secondo Michele Marchesini Rio 2016, la debacle azzurra secondo Michele Marchesini
Alcuni estratti delle dichiarazioni rilasciate da Michele Marchesini, e dagli atleti azzurri, dopo la conclusione delle regate di Rio de Janeiro. Rio 2016, la debacle azzurra secondo Michele Marchesini

Rio de Janeiro – Michele Marchesini, DT Nazionale, highlights delle sue dichiarazioni:
Vi chiedo anche di capire che per noi è un momento fortemente emozionale: abbiamo delle ferite aperte“.

Nell’ultimo quadriennio abbiamo svolto 355 prove di giornata a Rio de Janeiro e acquisito oltre 5.000 vettori di corrente“.

Mi piacerebbe tenere seperato il lavoro di performance olimpica dal lavoro di preparazione durato quattro anni, dato che è stato fatto con un’ottica diversa, di rifondazione, di introdurre un nuovo coso tecnico“.

Ho un certo grado di delusione per i risultati, ma non ho rammarico per la prestazione della squadra perché abbiamo disputato più finali che a Londra. Siamo arrivati in Medal Race con i nostri atleti che erano i migliori della serie di qualificazione“.

Purtroppo nel momento decisivo sono stati commessi degli errori che in un contesto cruento, spietato e inappellabile come un Olimpiade non sono perdonabile e l’appello è con cadenza quadriennale“.

Dal punto di vista tecnico non è mancato nulla. Quello che i è mancato è stato un minimo di freddezza, di fortuna, di mille instinct nel momento“.

Il format olimpico è difficile, del resto è stato creato per avere il ‘drama’, per far si che il favorito non vinca. Un concetto esasperato dal campo di regata: non stiamo qui a recriminare, ma il campo della Medal Race di Flavia Tartaglini non era idoneo. Se hai un PRO che da una partenza così, c’è poco da fare“.

Distinzione tra livello acquisito e quello che è successo qua in dieci giorni. Il livello della vela italiana: trenta edizioni dei Giochi Olimpici, quindici medaglie vinte. La scherma: trenta edizioni dei Giochi Olimpici, centoventidue medaglie vinte. Ultima medaglia d’oro vinta dalla vela italiana risale al 1952“.

Questi ragazzi valgono, ci hanno messo tutto. Non sono stracci, è gente che sa andare in barca a vela. Abbiamo portato quattro ragazzi in finale dopo dieci/dodici prove: avevano la medaglia al collo“.

Quando sono arrivato a dirigere la squadra nel 2013 sono stato il primo a inserire la figura di uno psicologo. Sapevamo, ad esempio, che per Giulia Conti era un aspetto fondamentale e abbiamo portato qua anche il suo mental coach“.

Abbiamo portato alle Olimpiadi velisti che i bookmaker inglesi consideravano tra i favoriti… forse bisognerà cambiare qualcosa a livello di approccio mentale, io ci ho provato. I cambi culturali non sono facili da introdurre“.

Vittorio Bissaro, Nacra 17, timoniere, highlights delle sue dichiarazioni:
Fino a quattro anni fa io e Silvia andavamo in barca per divertimento e ieri siamo stati vicinissimi a vincere una medaglia. Come dice Ganga, il nostro coach, la maggior parte dei salti di vento durante gli ultimi quattro anni li abbiamo presi. Ora, al di la delle ferite aperte, ci porteremo molti ricordi positivi di questi quattro anni, molti più di quanti una virata sbagliata può cancellare“.

Aver perso la medaglia all’ultimo metro è qualcosa che ci caratterizza e che sicuramente ci permetterà di vincere altro nella vita“.

Silvia Sicouri, Nacra 17, prodiere, highlights delle sue dichiarazioni:
Sia noi che Flavia Tartaglini sappiamo affrontare una Medal Race e siamo arrivati qui al meglio della forma. E’ sbagliato dire che è stato un problema psicologico: abbiamo semplicemente fatto delle scelte che non si sono rivelati vincenti“.

Gabriele Bruni, Nacra 17, coach
L’Olimpiade è un’opportunità: non vorrei che i ragazzi del team se ne tornassero a casa delusi. I nostri ragazzi devono trarre insegnamenti da questa esperienza e da performance come quelle di Santiago Lange“.

Vittorio e Silvia sono due atleti eccezionali. Hanno commesso un errore tecnico, che non è stato quello di virare. Il nostro sport è fatto di partenze, virate e strambate. Non possiamo impedire a un’atleta di virare: il velista guarda il mare, il vento e prende delle decisioni. Io gli ho sempre insegnato di credere in quello che vedono e se vedi aria sopravvento a te devi virare. L’errore non è stato quello di virare, ma di non riposizionarsi, di pensare solo alla brezza e non alla flotta. E’ stato un errore che hanno pagato carissimo e che gli insegnerà molto“.

Curiosità:
– Bissaro-Sicouri hanno rotto due derive in tre giorni a causa dei detriti;
– Giulia Conti era seguita dal mental coach personale Massimo giardino che è al suo fianco da cinque anni;
– al tirar delle somme il migliore della delegazione azzurra è risultato il rule advisor Luigi Bertini, che ha vinto sei proteste su sei.

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