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Stress test riuscito per il Class 40 di Matteo Miceli, partito da Hammamet il 12 pomeriggio proprio per incontrare, all’altezza di Favignana, una grossa...

Riva di Traiano – Stress test riuscito per il Class 40 di Matteo Miceli, partito da Hammamet il 12 pomeriggio proprio per incontrare, all’altezza di Favignana, una grossa perturbazione (che abbiamo notato un po’ tutti anche stando a casa) che ha spazzato nei giorni scorsi l’Italia e in particolare il Tirreno Meridionale.

E’ stata veramente dura – ha commentato Matteo Miceli – ma era un test necessario. Avevo bisogno di vedere come reagiva la barca anche con un forte vento di prua che non avevo mai affrontato. Questa era l’occasione giusta. Con questa barca ad ottobre partirò per il giro del mondo in solitario e in Oceano non potrò certo nascondermi da perturbazioni anche più consistenti di questa e quindi è bene che io e la barca entriamo in sintonia anche con questo tipo di meteo un po’ estremo”.

Da Favignana (proprio davanti allo Yacht Club con cui corre) è iniziato il balletto, con il vento che si è presentato subito con delle raffiche di 50 nodi: “Il vento e il mare si sono alzati subito ed abbiamo avuto una prima notte a 50 nodi, con il vento che è poi andato via via calando il giorno dopo. Prima 40, poi è sceso durante il giorno a 35/30 per poi fermarsi completamente. A quel punto in 48 ore eravamo arrivati più o meno a Napoli e allora ci siamo diretti a Pozzuoli, perché arrivare fino a Riva di Traiano con le ariette sarebbe stata troppo lungo”.

Abbiamo sofferto – ha confessato anche un veterano come Valerio Brinati – per il tanto vento e la tanta onda. Devo dirlo… ho avuto anche io, per la prima volta in vita mia, il mal di mare”.

A bordo non si sono però riscontrate criticità, anche se la vecchia randa ha salutato definitivamente Matteo e il suo Eco 40: “L’avevo già fatta riparare e probabilmente l’avevano ricucita non perfettamente, anche perché è molto vecchia. Un danno quasi annunciato in queste condizioni”.

Buone nuove, invece, dalle due galline di bordo, anch’esse sottoposte a questo stress test: ”Lo hanno superato benissimo – ha detto raggiante Matteo – perché hanno fatto due uova e quindi erano tranquille. Se si fossero stressate non avrebbero prodotto nulla e sarebbe stato un bel problema. L’apporto proteico che mi forniranno le loro uova sarà fondamentale per il successo del mio giro del mondo in autosufficienza alimentare. Ormai, invece, si sono ambientate, hanno un grande spazio a disposizione e sono evidentemente delle galline felici. D’altronde, anche se loro non lo sanno, sono delle galline fortunate. Sono le gallinelle di Matteo, non due galline da supermercato e quindi vivranno molto, molto a lungo“.

Ma chissà come avrà cucinato le due uova Matteo? “Strapazzate, ovviamente!”.

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