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Giunto a metà strada tra la Nuova Zelanda e Capo Horn, Thomas Coville è sempre all'inseguimento dell'ombra di Francis Joyon che allo scoccare del...

Capo Horn – Giunto a metà strada tra la Nuova Zelanda e Capo Horn, Thomas Coville è sempre all’inseguimento dell’ombra di Francis Joyon che, al tempo del suo record sul giro del mondo in solitario, allo scoccare del trentaquattresimo giorno di mare era ben 1200 miglia più avanti. Un distacco che lo skipper del maxi trimaano Sodeb’O ha accumulato durante l’approccio dell’alta pressione di Sant’Elena e che da allora, ovvero un Oceano e mezzo fa, è rimasto pressoché invariato. Ciò nonostante le difficili condizioni meteo incontrate nel corso degli ultimi giorni.

Anche Coville, infatti, al pari degli skipper impegnati nella Barcelona World Race, ha dovuto fare i conti con la coda del ciclone Atu e ha visto la sua avanzata rallentare sensibilmente a causa dell’imponente moto ondoso e della necessità di puntare verso nordest per evitare una zona disseminata di growler e iceberg.

Ragionando a 2000 miglia da Capo Horn, Coville non si dice arrabbiato, ma senza dubbio indispettito, perchè la velocità non è quella che sperava di raggiungere in questo tratto di Oceano Pacifico. Una situazione ben sintetizzato da una semplice frase pronunciata nel corso di uno degli ultimi collegamenti audio: “Qua ogni giorno si rivela sempre più duro di quanto ci si potesse aspettare solo la sera prima”.

Seppur consapevole di quanto sarà difficile lanciare il proprio attacco al record di IDEC, lo skipper di Sodeb’O punta ora a non perdere ulteriore terreno e si prepara a giocarsi il tutto per tutto durante la risalta dell’Atlantico.

Per seguire il tentativo sul tracking clicca qui.


Video courtesy Sodeb’O Voile.

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