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Volvo Ocean Race, come una seconda ripartenza Volvo Ocean Race, come una seconda ripartenza
Sono state altre ventiquattro ore impegnative, faticose, cariche di nervosismo per i sessantasei velisti impegnati nella seconda tappa della Volvo Ocean Race. Volvo Ocean Race, come una seconda ripartenza


Video courtesy Volvo Ocean Race.

Oceano Indiano – Sono state altre ventiquattro ore impegnative, faticose, cariche di nervosismo per i sessantasei velisti impegnati nella seconda tappa della Volvo Ocean Race, partita la scorsa domenica da Città del capo con destinazione Abu Dhabi, e entrata oggi nel quinto giorno di regata. Questa mattina la flotta era ancora impegnata a oltrepassare la zona di vento instabile che si è venuta a creare fra due sistemi di bassa pressione, con una separazione laterale molto accentuata, superiore alle 200 miglia. La flotta, infatti, avanza alla stessa velocità del sistema meteorlogico che cerca di agganciare, provocando continue accelerazioni e e rallentamenti. E, agli equipaggi esausti dopo oltre quattro giorni di lavoro continuo, non resta altro da fare che aspettare l’arrivo della nuova brezza, consci del fatto che chi avrà la fortuna dalla sua parte potrà guadagnare molto e infliggere forti distacchi agli avversari.

Le continue variazioni del vento mettono a dura prova i nervi dei velisti e rallentano la loro progressione, Ken Read skipper di Puma Berg ha descritto la situazione come una delle più frustranti e mentalmente logoranti della sua carriera. Dalle notizie che arrivano da bordo dei sei VOR 70, il vento passa improvvisamente da 10 nodi a oltre 25, costringendo gli equipaggi già esausti a continui cambi di vele. Ken Read ha detto che malgrado la grande separazione laterale fra i leader provvisori della tappa di Team Telefónica posizionati più a nord dei francesi di Groupama a sud, le condizioni imprevedibili rendono la situazione molto aperta e complessa.

Potrebbe essere la regata di chiunque, più che in ogni altra regata che ho corso in vita mia – ha detto lo skipper americano – E’ una follia, è una partenza completamente nuova. E’ stato molto duro dal punto di vista mentale gestire la situazione. Ogni volta che ne parliamo, discutiamo del fatto che sarebbe stato meglio essere più a nord o più a sud. Proprio poco fa ho chiesto a Tom Addis: ‘Stamattina parlavamo di strambare e andare a nord, ti ricordi perché?’ E lui mi ha risposto: ‘Non mi ricordo più!’ credo che sarà interessante vedere cosa succede”.

Anche Jordi Calafat timoniere, e olimpionico spagnolo, di Team Telefónica è d’accordo su questa interpretazione e sostiene che la tappa è appena cominciata, che ci saranno ancora molte sfide da superare nei giorni a venire per il suo team, che guida la flotta verso la cosiddetta alta pressione dell’oceano indiano. Un curioso incidente, che testimonia il livello di stanchezza dei velisti, è accaduto oggi a bordo dello scafo azzurro ed è stato raccontato dal Media Crew Member Diego Fructuoso. Lo skipper Iker Martínez ha utilizzato per lavarsi i denti, invece che il normale dentifricio, il tubetto di crema per la pelle con il risultato di dover buttare lo spazzolino. Fortunatamente per lui ne aveva uno di scorta, un aneddoto che si scontra con la credenza diffusa che i velisti ne portino sempre solo uno e che addirittura ne taglino il manico per risparmiare peso.

Da registrare il grande recupero del team cinese Team Sanya, guidato dallo skipper neozelandese Mike Sanderson, che è risalito in terza posizione grazie a una buona velocità media, spesso superiore ai 17 nodi. Chi, invece, ha perso terreno sono i francesi Groupama 4 di Franck Cammas, la barca che si è spinta più a sud di tutta la flotta. Il team questa mattina ha preso la decisione di strambare e rifare rotta verso nord, visto che la sua scommessa “meridionale” non aveva pagato. I transalpini ora accusano un distacco di oltre 130 miglia sui leader. Ecco come Franck Cammas ha spiegato la scelta: “C’è una possibilità di passare attraverso il canale di poca aria domani notte, e stiamo cercando di ridurre il distacco per tagliare allo stesso tempo degli altri. La nostra scelta di andare a sud era dettata da una strategia a lungo termine, su cui abbiamo lavorato per gli ultimi due o tre giorni. Ma ora abbiamo deciso di riavvicinarci al resto della flotta, è stata una decisione spiacevole e costosa da prendere, ma a un certo punto bisogna limitare i rischi e non rimanere intrappolati in un’opzione, che all’inizio pareva buona ma che con l’apertura del vento da nord si è dimostrata meno positiva. Siamo tutti sulla stessa linea, e il canale per attraversare la zona delle arie deboli è stretto. Ci sarà una nuova partenza, credo, sabato mattina”.

Abu Dhabi Ocean Racing guidato dall’olimpionico britannico Ian Walker mantiene la seconda posizione. “C’è un fronte freddo che si estende da nord a sud e che si muove lentamente a est, progredendo a circa 12 nodi – ha spiegato Walker – con poco vento, pioggia e salti di direzione continui. Sfortunatamente ciò significa che entriamo in un bel vento, camminiamo veloci, poi cala ancora, e ci fermiamo, e ogni volta l’aria gira di 180 gradi. E tutte le volte gli altri si avvicinano… la vera domanda per navigatori e e gli skipper è dove posizionarsi sull’asse nord-sud. Se si riesce ad attraversare in fretta allora il nord dovrebbe essere favorito, se ci vorrà di più potrebbe essere favorito chi è stato a sud. Per questo abbiamo cercato di scendere per rimanere in controllo su Puma Berg e Camper ETNZ e ridurre al minimo il rischio”.

Il metereologo della Volvo Ocean Race, Gonzalo Infante pensa che le prossime ore continueranno a essere frustranti per gli equipaggi, visto che i venti più stabili potrebbero arrivare quanto i team raggiungeranno la zona degli alisei, il che potrebbe succedere solo domenica o lunedì.

Al rilevamento delle ore 13 GMT (le 14 ora italiana) la testa della flotta era ancora occupata da Team Telefonica, che precedeva Abu Dhabi di 19,9 miglia e Team Sanya di 23,5. Puma Berg e Camper ETNZ si trovavano rispettivamente in quarta e quinta posizione, a 33,4 e 45,5 miglia, mentre Groupama 4, la barca più a sud del sestetto era distanziata di 130,7 miglia. Interessante rilevare che la classifica provvisoria corrisponde al posizionamento delle barche sull’asse nord-sud.

Per seguire la regata sul tracker clicca qui.

Classifica provvisoria seconda tappa, 15 dicembre alle ore 13 GMT
1. Team Telefónica (Iker Martínez),
2. Abu Dhabi Ocean Racing (Ian Walker), +19,9
3. Team Sanya (Mike Sanderson), +23,5
4. Puma Berg (Ken Read), +33,4
5. Camper ETNZ (Chris Nicholson), +45,5
6. Groupama Sailing Team (Franck Cammas), +130,7

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