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Mentre China Team lasciava brandelli di wing nelle torbide acque di Plymouth, a terra si metteva mano al formato del Plymouth Match Racing Championship....

Plymouth – Mentre China Team lasciava brandelli di wing nelle torbide acque di Plymouth, a terra si continuava a mettere mano al formato del Plymouth Match Racing Championship. Un formato di lunga gestazione, ritoccato nel corso degli ultimi giorni, un po’ per andare incontro alle richieste dei team, desiderosi di visibilità anche in caso di repentina eliminazione, un po’ per seguire l’adagio “innovazione ad ogni costo”.

Risultato? Un programma non immediato, di difficile interpretazione già per gli addetti ai lavori, figuriamoci per chi di vela non ne capisce un granchè. E per fortuna che qualche saggio ha ben pensato di caratterizzare con colori diversi le varie sezioni del documento ufficiale (vedi immagine allegata), altrimenti perdersi tra qualificazioni, regate di consolazione, scontri ad eliminazione diretta e duelli alla meglio delle tre, sarebbe stato ancora più facile.

Nemmeno il comunicato ufficiale – del tutto analogo a quello in inglese – accorre in aiuto dello sventurato appassionato. L’unica cosa chiara è che l’evento cambierà sensibilmente rispetto a Cascais e che, mercoledì e giovedì, si disputeranno le regate di qualificazione – sei, aperte a tutti – seguite venerdì e sabato dai turni ad eliminazione diretta e dalle finali. Viene poi sottolineato che, la particolare formula, permetterà anche all’ultimo classificato della prima fase di poter comunque raggiungere la finale, che assegnerà al vincitore il titolo di Plymouth Match Racing Champion.

Entrando nello specifico si scopre che, dopo le regate di flotta previste tra domani e giovedì, accadrà quanto segue:
– dopo le sei regate eliminatorie, il primo classificato avanzerà definitivamente alle semifinali e riposerà il venerdì (terzo riposo nel corso della settimana);
– i classificati dal secondo al nono posto si affronteranno in una serie di regate ad eliminazione diretta. Il nono sfiderà l’ottavo e il vincitore se la vedrà con il quinto, mentre il perdente sarà definitivamente ultimo. Il vincitore del match affronterà il promosso nella sfida tra sesto e settimo;
– a questo punto avremo un migliore della parte bassa della classifica maturata al termine della serie di qualificazione, migliore che si giocherà l’accesso alle semifinali in un duello secco contro il quarto. Il vincitore attenderà il giorno seguente – sabato – per affrontare il primo del girone di qualificazione in una semifinale al meglio delle tre regate:
– qui giunti, più o meno verso metà pomeriggio di venerdì, si dovrebbe disputare la prima semifinale alla meglio delle tre. Protagonisti del duello saranno il secondo e il terzo classificato del girone di qualificazione articolato sulle sei regate di flotta di cui sopra.

Ed eccoci a sabato:
– la giornata si aprirà con la disputa della semifinale tra il primo e il migliore della parte bassa della classifica;
– seguiranno, qualora il meteo sia favorevole, i match secchi, utili a definire le posizioni dall’ottavo al terzo posto;
– terminati i match di consolazione si passerà alla finalissima, ovviamente al meglio delle tre regate.

Ora, ci viene un dubbio, ma un format classico, basato su sette regate di flotta – l’ultima delle quali il venerdì per garantire a tutti visibilità anche in quella giornata – seguita da quarti, semifinali e finali, tutti alla meglio delle tre, non sarebbe stata una soluzione migliore? Si potrebbe obiettare che un tabellone classico avrebbe comportato la disputa di un maggior numero di regate: a conti fatti parliamo di un massimo di ventuno prove – ma difficilmente tutti i confronti sarebbero arrivati alla bella – contro un massimo di diciassette…

Ecco un modo sicuro per complicarsi, e complicare agli altri la vita.

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