Statistiche siti
Allunga Cessna Citation la sua leadership nella seconda tappa della Global Ocean Race. Colman-Goodchild, superato il peggio della tempesta che attendeva i battistrada lo...

Oceano Indiano – Allunga Cessna Citation la sua leadership nella seconda tappa della Global Ocean Race. Colman-Goodchild, superato il peggio della tempesta che attendeva i battistrada lo scorso fine settimana, hanno rimesso la prua verso sud, inseguiti da BSL, vincitore della prima frazione, a più di 160 miglia.

Il ritorno verso nord non è ormai lontano: il Mar di Tasmania è ormai in vista, e deve essere risalito per raggiungere l’arrivo di Wellington.

In fondo alla flotta, a 1400 miglia da Cessna Citation, insegue Marco Nannini, quarto con Financial Crisis dietro a Champagne de France. Da bordo, il navigatore italiano racconta di piccoli e grandi problemi quotidiani: “Forse arriverò a sfinirvi se vi dico che ci sono di nuovo 35-40 nodi di vento e davvero qua non molla mai. L’Australia è ora a sole 750 miglia sopra la nostra testa ma il traguardo dista ancora ben 3100 miglia, un paio di settimane di navigazione salvo imprevisti“.

Siamo ormai in condizioni meteo da grandi mari del sud da oltre una settimana e qua e la iniziamo a subirne le conseguenze“.

In primis abbiamo rotto l’idrogeneratore, una specie di motore fuoribordo attaccato allo specchio di poppa che, invece di spingere la barca, ha un’elica che ruota libera in acqua generando corrente per la barca. Purtroppo una qualche onda laterale ha piegato la gamba e l’attaccatura e per il momento è inservibile. Questo significa che dipendiamo al 100% dal poco diesel che abbiamo a bordo per caricare le batterie, non potremo più utilizzare il riscaldamento dovendo preservare il carburante“.

Cosa invece molto più frustrante è la rottura, di nuovo, di una delle stazioni del vento della NKE. Come ricorderete la prima tappa siamo rimasti senza strumenti per le ultime 2500 miglia dopo averne rotte due in due colpi di vento. A Cape Town abbiamo reinstallato tutto nuovo con spesa non indifferente e dopo neanche tre settimane di navigazione è bastata una sventolata per mandare ko uno dei due sensori. Ci rimane quello di rispetto che speriamo regga fino alla fine ma è davvero una scocciatura, una maledizione che mi perseguita, è la quinta stazione del vento che rompo in diciotto mesi, forse il produttore dovrebbe rivederne il design. Campagne de France subì la stessa nostra sorte nella prima tappa rimanendo sentra strumenti e nel loro caso addirittura senza neanche il pilota automatico“.

Altre piccole magagne qua e la ma per fortuna di minore importanza e impatto sul budget di regata… le casse sono magre e non vi nego che a Wellington dovrò fare i conti e capire se sono in grado di continuare in sicurezza. Certo non posso perdermi Capo Horn. Ma come sapete la barca è già in vendita, sperando di venderla appena finita la regata e coprire il cratere che sto scavando sotto i piedi“.

Non sminuiamo però la soddisfazione di vivere in prima persona le emozioni del grande sud, onda su onda, albatross dopo albatross. Un luogo dimenticato dall’uomo e da Dio… anche se, a dir la verità, dopo un po’ di giorni faresti volentieri a cambio con una bella bistecca… Come cantava Vasco Rossi ti verrebbe da dire “…e adesso che sono arrivato qui inseguendo i miei sogni, che me ne faccio della realta’!?” Fa davvero un freddo pungente, altrimenti il morale è buono e riusciamo a mangiare e dormire“.

Per seguire la regata sul tracker clicca qui.

No comments so far.

Be first to leave comment below.

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *