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Un argento, un bronzo e un podio sfiorato. Sotto le aspettative le performance della Star e degli equipaggi impegnati nel 470. Questo è il...

[singlepic=301,250,170,,left]Pechino 2008 – Qingdao – Assegnate le ultime medaglie, cala il sipario sull’Olimpiade cinese e si comincia a guardare a Londra 2012 dove, ne siamo certi, lo squadrone britannico, dominatore del medagliere cinese, tenterà di estendere la propria egemonia.
Per l’Italia la soddisfazione di due allori – Alessandra Sensini argento nell’RS:X e Diego Romero bronzo a sorpresa nel Laser – che non cancella del tutto la delusione per ciò che avrebbe potuto essere e non è stato.
Ci si aspettava molto di più dalla Star di Diego Negri e Luigi Viale, intrepreti di una campagna da lode che, all’appuntamento decisivo, hanno mancato in incisività e, complice un pizzico di sfortuna – tra le altre cose, sono stati gli unici nella Star a essere penalizzati per pompaggio, per giunta da un umpire italiano – sono finiti fuori fase con il campo di regata: un vero peccato, perchè le prerogative per fare bene c’erano davvero tutte.
Ci si aspettava qualcosa di più da Giulia Conti, alla seconda partecipazione dopo Atene 2004, e Giovanna Micol, finite al quinto posto di una classe, il 470 femminile, che nel corso delle ultime stagioni le aveva viste quasi sempre sul podio. Discorso appena diverso vale per Gabro Zandonà e Andrea Trani, le cui credenziali, maturate al termine dell’ultimo quadriennio, erano appena inferiori a quelle del binomio femminile.
Chi a Pechino non ha deluso, pur tornando a casa senza medaglie, sono i fratelli Sibello, quarti nel 49er al termine di una contestatissima Medal Race, contro la cui omologazione Federvela e CONI hanno annunciato ricorso al TAS del CIO, e Giorgio Poggi, finito per un soffio fuori dalla finale del Finn, classe dominata da Ben Ainslie.
Gli altri, chi più chi meno, hanno tenuto fede ai pronostici della vigilia, come nel caso del Tornado di Marcolini-Bianchi, settimo di una classifica che, a un certo punto, lo ha visto al quinto posto.
Nel Laser Radial, Larissa Nevierov, alla terza Olimpiade, è finita diciannovesima. Nell’RS:X maschile, il giovanissimo Fabian Heidegger, la cui partecipazione era da leggere come un investimento in chiave futura, ha fatto ventesimo senza acuti, mentre nell’Yngling, Calligaris-Scognamillo-Pignolo sono state costanti nel mantenimento dell’ultima posizione.

Il parere di Sergio Gaibisso
“Non sono per i toni trionfalistici, né per quelli troppo negativi. Per la vela l’Olimpiade è stata persino più difficile di quanto ampiamente previsto e il fatto di aver conquistato due medaglie in queste condizioni, va considerato un buon risultato. Ci sono nazioni che hanno fatto incetta di medaglie e questo ci farà riflettere. Non possiamo dimenticare che siamo stati privati di una medaglia meritatissima come quella dei fratelli Sibello, anche se siamo in attesa di eventuali buone notizie da Pechino, e che anche la regata del windsurf femminile si è svolta in condizioni che non hanno certo favorito Alessandra Sensini, che, come si è visto, anche nella Medal Race avrebbe meritato l’oro. Nel complesso la squadra si è comportata bene e mi è piaciuto il clima di unità e di collaborazione tra tutti. Ai Giochi la maglia azzurra viene prima di tutto. E anche se ci manca qualche possibile medaglia per qualche risultato meno brillante del previsto, non vogliamo recriminare né dare colpe: lo sport è questo. Ringrazio tutti gli atleti e i tecnici e tutto il team per essere stato all’altezza dell’Olimpiade.”

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