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Si comincia. Finalmente. Domani alle dieci il Comitato di regata alzerà le bandiere che segneranno l’inizio della prima prova del Louis Vuitton Trophy La...

Louis Vuitton Trophy – La Maddalena – Si comincia. Finalmente. Domani alle dieci il Comitato di regata alzerà le bandiere che segneranno l’inizio della prima prova del Louis Vuitton Trophy La Maddalena, che si annuncia come una delle più grandi manifestazioni di vela del panorama internazionale.

Il Maestrale che ha soffiato forte nei giorni scorsi si è attenuato e questa sera ci sarà la cerimonia di apertura con l’alza bandiera e il sorteggio che assegna i turni di regata. In acqua ci sono i dieci team più forti del mondo: il recente vincitore della Coppa America BMW Oracle Racing di fronte al Challenger of Record Mascalzone Latino Audi Team, che è anche host team dell’evento. Azzurra e Luna Rossa, nomi che suscitano emozione per le loro avventure passate. E poi Aleph, All4One, Artemis, Emirates Team New Zealand, Team Origin, Synergy.

Le regate proseguiranno per due settimane di vela intensa e al massimo livello, match race su un percorso breve che valorizza soprattutto le abilità degli equipaggi in partenza e durante le manovre. Per le regate sono utilizzate quattro barche costruite secondo la regola ACC, due sono fornite da BMW Oracle Racing e due da Mascalzone Latino.

Racconta Bruno Troublé, uno degli inventori della manifestazione: “Il Louis Vuitton Trophy sta diventando un po’ l’anticamera, il preambolo ideale dell’America’s Cup. Anche sul piano sportivo è il miglior modo, per gli equipaggi, di battersi ad armi pari. E sono soddisfatto per il luogo dove mi trovo. Da Nizza il Trophy è cresciuto, abbiamo team fortissimi, è arrivato BMW Oracle Racing. I dieci team hanno le stesse possibilità di vincere e le barche sono equalizzate alla perfezione”.

Vincenzo Onorato, uomo di mare prima di ogni altra definizione, è il presidente di Mascalzone Latino Audi Team, che a La Maddalena è la squadra ospitante: “La prima volta che ho visto l’Arsenale ero ragazzo ed è stata mia l’idea di portare qui le regate, la naturale evoluzione del luogo dopo l’impiego militare. E’ una grande emozione incontrare Defender e gli altri team. Con la prospettiva della Coppa America di cui siamo Challenger of Record questi eventi devono servire per selezionare l’equipaggio, amalgamare le individualità, creare la squadra”.

Onorato si esprime anche sul futuro del porto realizzato nel vecchio Arsenale: “Continuo a dire di guardarsi attorno: questo sarà il più bel porto del nord della Sardegna, destinato ad accogliere settecento barche”. Che stando alle statistiche divulgate dall’associazione di settore UCINA valgono almeno 100 posti di lavoro: si oscilla infatti da un posto ogni dieci posti barca a uno ogni quattro, secondo la taglia e il contesto. Per La Maddalena dopo la partenza degli americani una grande occasione.

A finalizzare la conversione, dopo i lavori parzialmente completati per il G8, sarà Mita che ha pianificato un investimento complessivo di 75 milioni di euro che riguarda il porto e strutture alberghiere a terra.

Paul Cayard, il presidente di World Sailing Team Association, associazione di armatori che anima il Trophy, ricorda la forte passione italiana per la Coppa America: “In Italia c’è una grande passione per la vela e la Coppa America, la prova sono i tre team che sono iscritti a queste regate. La Sardegna è il posto ideale per regatare e sono convinto che il Trophy sarà un evento da ricordare”.

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